Liliana Segre ha ricevuto la scorta dopo essere stata esposta a diversi attacchi sia sui social. Il figlio ritorna a parlare della situazione.
Alberto Belli Paci è il primo figlio della senatrice a vita Liliana Segre e probabilmente vedrà la madre stanca per quello che le sta capitando. Prima gli attacchi degli haters, anche 200 al giorno, poi lo striscione di Forza Nuova poco lontano da un evento in cui presenziava. Un periodo non facile per una dei pochi sopravvissuti alla Shoah, che dovrebbe essere portata da tutti come esempio di ricordo e memoria e che invece viene continuamente offesa. A Pescara le è stata per esempio rifiutata la cittadinanza onoraria perché “non ha legami con il territorio”.
Liliana Segre, il figlio Alberto preoccupato per le minacce
Qualche giorno fa Alberto aveva scritto una lettera aperta al Corriere della Sera intitolata “A voi dico non meritate mia madre, Liliana Segre“, in cui ha manifestato profondo dispiacere per il modo in cui il Centrodestra si è comportato, astenendosi all’istituzione di una commissione contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo. Alberto ha scritto: “A voi che non vi alzate in piedi davanti a una donna di 89 anni, che non è venuta lì per ottenere privilegi o per farsi vedere più brava ma è venuta da sola (lei sì) per proporre un concetto libero dalla politica, un concetto morale, un invito che chiunque avrebbe dovuto accogliere in un mondo normale, senza sospettosamente invece cercare contenuti sovversivi che potevano avvantaggiare gli avversari politici. A voi dico: io credo che non vi meritiate Liliana Segre!”.
A pochi giorni dalla notizia che alla senatrice a vita è stata affidata la scorta, il primogenito ha parlato di ciò che sta attraversando la sua famiglia in questo momento: “Oggi, da figlio, posso solo dire che siamo molto grati al ministro, al prefetto e al comando dei Carbinieri per aver deciso di assegnare un servizio di tutela a nostra madre”- come ha detto a Tpi, e ha aggiunto – “Siamo molto preoccupati per gli attacchi e le minacce inqualificabili di cui è stata oggetto nostra madre”. Sentimenti ambivalenti che fanno ragionare Belli Paci per un attimo come comune cittadino: “Come cittadino sono indignato che una signora di quasi 90 anni, la cui colpa sarebbe quella di testimoniare i crimini contro l’umanità di cui lei stessa è stata vittima durante la Shoa, venga fatta oggetto di minacce a tal punto da aver bisogno di essere scortata dai Carabinieri”.
Non è il solo a pensarla così. In tutto il mondo ci sono stati attestati di solidarietà. A Milano per esempio – riporta l’Ansa– c’è stato un movimento spontaneo di cittadini che si sono ritrovati davanti sinagoga di via della Guastalla, mentre lunedì 11 novembre alle 18.30, invece Anpi, Aned e il progetto del Pd metropolitano Bella ciao, Milano! si sono dati appuntamento in piazza Safra, davanti al memoriale della Shoah, per la manifestazione ‘Milano non odia. Insieme per Liliana”. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è posto a fianco della senatrice a vita, come riporta Repubblica: “Se qualcuno arriva a dire a una bambina sull’autobus non ti puoi sedere accanto a me perché hai la pelle di colore differente, se è necessario a una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in modo crudele come Liliana Segre di avere una scorta vuol dire che questi interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà invece di odio, non sono astratti o retorici ma molto concreti”.
Persino il presidente sraeliano Reuven Rivlin le ha scritto una lettera, come riporta l’account Twitter dello stesso Rivlin: “Cara signora senatrice, sono rimasto inorridito nell’ascoltare la notizia che lei ha dovuto ricevere protezione a garanzia della sicurezza a causa delle minacce antisemite. Sono profondamente dispiaciuto che le circostanze che mi portano a scriverle siano così dolorose”.
I wrote to Holocaust survivor and Italian Life Senator Liliana Segre today following #AntiSemitic threats on her life. Your personal mission, your strength and your bravery are a role model for us in Israel and for Jewish communities around the world. pic.twitter.com/ABRphmR0OL
— Reuven Rivlin (@PresidentRuvi) November 10, 2019
Tra i politici di casa nostra, Matteo Salvini ha voluto dire la propria, schierandosi anche lui a fianco della Segre, dicendo che anche la sua vita è minacciata costantemente. Come riporta Il Messaggero, non avrebbe avuto finora alcun incontro con la sopravvissuta all’Olocausto: “Quando avremo l’incontro, lo comunicheremo” e sulla scorta ha detto: “Sono assolutamente favorevole alla scorta per Liliana Segre, ma ogni scorta è una sconfitta. In un Paese civile non dovremmo rischiare né io né Segre”.