“Associazione di stampo mafioso”: 87 anni di carcere per 14 nigeriani

Nata negli anni ’70 all’università di Benin City, in Nigeria, come una confraternita di studenti. I Black Axe sono una gang a metà tra un’associazione religiosa e una banda di criminali, che stabilisce riti d’iniziazione e impone ai suoi affiliati di portare un copricapo, un basco con un teschio e due ossa incrociate, come il simbolo dei corsari. 

Secondo l’Ansa la Mafia nigeriana è tornata ad affacciarsi sul mercato torinese della droga. Gli investigatori della squadra mobile di Torino due pusher, un gambiano di 28 anni e un nigeriano di 32 anni. Durante la perquisizione a casa di quest’ultimo, in via Monte Rosa, la Polizia ha sequestrato due baschi col fregio del gruppo ‘Black Axe‘, un’ascia stilizzata che rompe le catene. “Le indagini proseguono – ha dichiarato il dirigente della Squadra Mobile di Torino, Marco Martino – I simboli lasciano aperte delle ipotesi di vicinanza ai cosiddetti ‘cult’, i gruppi mafiosi nigeriani“. I Black Axe sono il primo gruppo criminale nigeriano scoperto anni fa a Torino ma la presenza nel territorio italiano è ormai capillare, con una presenza significativa anche nel Sud. Le indagini degli ultimi anni hanno evidenziato la diffusione dei Black Axe  oltre che in Piemonte anche in Campania, Puglia e Sicilia. Numerose sono state le indagini svolte sul territorio nazionale che hanno coinvolto l’organizzazione, e grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia è stato possibile comprendere e ricostruire la struttura, le attività criminali e le modalità organizzative.

Black Axe, per i giudici sono la nuova Mafia

Nel novembre del 2016 Repubblica rendeva nota un’operazione investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo,  nei confronti dei componenti di una organizzazione mafiosa transnazionale, con base in Nigeria, denominata “Black Axe“. Gli investigatori della squadra mobile di Palermo diretta da Rodolfo Ruperti avevano eseguito complessivamente 23 provvedimenti di fermo in tutta Italia. Era stato un pentito a svelare i segreti della mafia nigeriana in Italia, che fa capo ai Black Axe. Ad agosto, un giovane componente del gruppo, arrestato e condannato, era stato convinto dagli investigatori della Squadra Mobile di Palermo a collaborare con la giustizia. Il  primo pentito della Mafia nigeriana svelò ii nomi dei componenti di una “cupola” nazionale: il più autorevole era Festus Pedro Erhonmosele, fermato a Padova, capo supremo della base italiana dell’organizzazione, denominato “Head della Zone“.
Nigeriano, 36 anni, tecnicamente ingegnere, laureato in Nigeria, formalmente commerciante di auto, partita Iva. Era lui ad essere in contatto con i vertici dei “forum” italiani e con i membri più autorevoli delle altre articolazioni nazionali, europee e mondiali. A Palermo, operava il “Ministro della difesa” dell’organizzazione,  Kenneth Osahon Aghaku, quarta carica nazionale, a cui era demandata la gestione delle punizioni dei disubbidienti.

“Il gruppo si muoveva con la metodologia dell’organizzazione mafiosa” disse il procuratore aggiunto Leonardo Agueco. Il 21 maggio 2018 il GUP Claudia Rosini – a seguito di un’indagine della Procura di Palermo partita nel 2015 – riconobbe a carico dei Black Axe,  l’aggravante di associazione mafiosa. Il GUP ha condannato complessivamente 14 nigeriani a 87 anni di carcere, scrisse Rainews. Il pm Gaspare Spedale ha parlato di un’organizzazione agguerrita e strutturata, sottolinea il Fatto Quotidiano, che agiva nel popolare quartiere di Ballarò. Per gli inquirenti è organizzata come un esercito, con capi, ruoli e poteri ben definiti.

Rapporto Dia, il ruolo delle carceri

E’ necessario tenere sotto controllo le carceri per evitare che il fenomeno si radicalizzi” si legge nel Rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia. Diversamente da come si può pensare, l’universo delle mafie genera criminali spesso in preda a psicosi, ansie e comportamenti maniacali. Sono soggetti totalmente dissociati dalla socialità di più ampia portata e la detenzione non aiuta a creare un distacco, bensì rafforza il legame, essendo per eccellenza un luogo in cui si confermano valori criminali. La presenza di collaboratori di giustizia non solo è una vittoria legislativa, ma anche investigativa, perché consente di utilizzare le informazioni sui clan nigeriani. Tra i più rilevanti quello denominato Black Axe.

Black Axe, origine e struttura

E’ l’obbedienza il valore fondante e costitutivo dei Black Axe, dove non esiste un Io se non in relazione al Noi mafioso. La Black Axe Confraternity, conosciuta anche come Neo Black Movemente of Africa, nasce a Benin City in Nigeria, nel 1977. Nasce con intenti caritatevoli e per diffondere messaggi di pace , rispetto e condanna di ogni forma di razzismo. Tuttavia così come è accaduto per tutte le confraternite, i fini originali sono presto cambiati trasformandosi in una vera e propria organizzazione criminale anche fuori dalla Nigeria.

Il simbolo è caratterizzato da un’ascia, axe, che simbolicamente si riferisce allo strumento che ha reciso le catene della schiavitù. Sono soliti indossare pantaloni, basco e scarpe nere – il colore nero rappresenta l’identificazione con la loro razza- camicia bianca come simbolo di purezza della mente e dell’animo, mentre l’ intelletto è rappresentato dal colore giallo delle striscia che a volte i baschi hanno. I membri del cult, tra i vari segni distintivi di appartenenza, ostentano tatuaggi raffiguranti asce, si salutano utilizzando la loro espressione gergale “aye“,  oppure incrociano le braccia per simulare i segni dell’oppressione della razza nera. Celebrano la loro festa il 7 luglio.

Ogni organizzazione Black Axe che ha sede in uno stato estero viene chiamata Zone, alla quale sono subordinati i Forum che sono le cellule di riferimento delle varie città. A capo di ogni zone vi è un vero e proprio “capo di governo” chiamato National Head, nominato direttamente dal capo supremo in Nigeria. Oltre ai “capi nazionali” sono previsti anche quelli “locali“, detti anche Lord, che reclutano nuovi affiliati e se necessario anche coattamente. Minacce e violenza è il normale strumento per mantenere il gruppo coeso ; dai Lord dipendono, infatti, anche i “picchiatori” , detti Butchers o Sluggers.

Il reclutamento

Per affiliarsi alla Black Axe è necessario essere presentati da qualcuno che ne fa già parte. La cerimonia di affiliazione, prevista solo per gli uomini, è un momento fondamentale che sancisce il legame con il cult. Questa fase è preceduta dalla Orientation, che sarebbe una sorta di apprendistato, nel corso del quale vengono insegnate le regole di appartenenza all’organizzazione.

Il First match è il primo pestaggio effettuato durante la fase di orientamento, da parte dei picchiatori, durante la quale gli Ignorants coloro che sono lì per affiliarsi –  vengono picchiati selvaggiamente sotto lo sguardo critico del cosìdetto “Ministro della Difesa” che seleziona chi è ritenuto idoneo a presentarsi al cospetto del “Chama Black Eye – la terza carica nazionale, è colui che decide in totale autonomia se l’ignorant è pronto per il rito finale.

L’affiliazione

“Se io dovessi tradire tradire l’organizzazione Black axe, quello che sto bevendo in questo momento mi ucciderà”. Sono le parole del giuramento finale prima di “rinascere a nuova vita”. La cerimonia si svolge attraverso un rituale antico, celebrato in segreto e analogo in tutto il mondo. Sette candele a terra, per disegnare una bara, al centro di tale disegno viene riposta un’ascia ed un calice contenente un miscuglio di droghe, che dovrà essere bevuto dall’ignorante al cospetto del Priest. mentre quartultimo recita formule i nuovi membri giureranno e verranno ribattezzati con un strong name, contenente elementi della storia dell’ Africa o del cult stesso, all’interno della quale sarà poi riconoscibile. A battesimo finito l’ignorante viene picchiato da quattro saggi che lo frustano mentre percorrono in ginocchio un tragitto chiamato slave trade. Infine vengono portati davanti all‘head che ne dichiara l’avvenuta filiazione.

 

Fonte: Direzione Investigativa Antimafia, Repubblica, Fatto Quotidiano

 

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