Regionali in Umbria, Luigi Di Maio: “Noi avevamo scelto un altro candidato”

Il PD della regione Umbria, cadendo in aperta contraddizione, prima introduce una multa per i consiglieri che, dopo l’elezione, decidono di cambiare partito, ma poi ci ripensa. Grande confusione anche nel M5S. Il leader pentastellato Luigi Di Maio prima dichiara che loro avrebbero preferito candidare il sindaco di Assisi Stefania Proietti ma poi si rimangia tutto e sostiene di appoggiare al 100% Vincenzo Bianconi.

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Le elezioni regionali in Umbria hanno portato un grande scompiglio all’interno del PD di Nicola Zingaretti. E non solo per la scelta del candidato. Infatti in un primo tempo pareva che i Dem volessero, a modo loro, ricalcare la proposta del “vincolo di mandato” dei M5S, con i quali, per altro corrono insieme in Umbria sostenendo il candidato Vincenzo Bianconi. Il PD dell’Umbria – riferisce Fanpage –  aveva previsto l’introduzione una clausola che prevedeva che i consiglieri  avrebbero dovuto pagare al Partito una multa di 30.000 euro nel caso in cui, dopo l’elezione, avessero deciso di cambiare partito. Era stata opinione di molti che il Pd umbro avesse introdotto tale provvedimento per scoraggiare alcuni esponenti a confluire in Italia Viva, il neo partito di Matteo Renzi. Già a livello nazionale, infatti, Italia Viva ha comportato perdite economiche e parlamentari al PD. E, così, i dem avevano preferito tutelarsi almeno a livello regionale. Tuttavia non tutti gli esponenti del PD erano d’accordo con questa clausola. Queste erano state le parole del senatore e vicepresidente del Senato, Dario Stefano Stiamo commettendo un errore enorme. Questo provvedimento sembra il vincolo di mandato del M5S. Noi non siamo così. Noi siamo per la democrazia e la pluralità” Anche il presidente dei senatori del Partito democratico, Andrea Marcucci, aveva espresso la sua contrarietà sul suo account Twitter: “Inseguire il M5S, prevedere una multa, inserire una sorta di vincolo di mandato per i candidati alle regionali del PD in Umbria, non mi sembra affatto una buona idea. Il commissario del PD Walter Verini ci ripensi“.

Non era stato affatto tenero nemmeno il parlamentare ed ex presidente PD, Matteo Orfini: “Non avevo capito che la scelta di costruire un’alleanza PD M5s in Umbria, scelta peraltro mai discussa, prevedesse l’obbligo di emulare le parti peggiori del grillismo” E ha proseguito “Spero che Zingaretti intervenga al più presto per correggere questa sciocchezza. La compattezza di un partito si crea con la politica, non con le multe“.

Il commissario umbro del Partito Democratico, Walter Verini, scrive Adnkronos, aveva così giustificato questo provvedimento “Si tratta solo di una proposta lanciata in una riunione da qualche candidato in relazione a quanto successo nella scorsa legislatura umbra. Una sorta di rafforzamento di prassi e modalità già esistenti.” E aveva concluso “Non c’entra nulla né con Renzi né con il vincolo di mandato, sia ben chiaro” Ma, alla fine, per mettere a tacere le polemiche, la clausola è stata eliminata dopo pochi giorni. E, lo stesso Walter Verini, contraddicendo quanto asserito in precedenza, come riporta Il Messaggero, ha sostenuto “Il rapporto tra Partito e candidato è su base volontaria. Chi cambia idea deve essere libero di farlo“.

Ma le contraddizioni, per quanto riguarda le regionali in Umbria, non toccano solo il PD. Anche i Cinque Stelle sembrano avere le idee poco chiare. Come riferisce il Corriere dell’Umbria, il leader pentastellato Luigi Di Maio, durante un’intervista in streaming aveva dichiarato “Vincenzo Bianconi si è proposto lui, noi volevamo il sindaco di Assisi Stefania Proietti“. Ma dopo aver letto l’intervista ha cambiato idea e ha contestato addirittura il titolo dell’articolo uscito sul quotidiano umbro. Così, rimangiandosi tutto, ha sostenuto “Prendo le distanze da quanto riportato dal Corriere dell’Umbria. Hanno strumentalizzato le mie parole. Io ribadisco il pieno sostegno del M5S al nostro candidato Bianconi, uomo onesto e che merita fiducia”.

 

Fonte: Andrea Marcucci Twitter, Fanpage, Adnkronos, Il Messaggero, Corriere dell’Umbria.

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