Nozze a Piazza Plebiscito: Luigi De Magistris s’indignò. Ora è indagato suo fratello

Il matrimonio tra Tony Colombo e Tina Rispoli era finito sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali: tante le polemiche scatenate dagli eccessi di quelle particolari nozze neomelodiche, con tanto di flashmob e cortei con carrozze. A distanza di mesi, la Procura di Napoli ha aperto un’indagine su quanto accaduto. 

La Procura indaga sul matrimonio di Tony Colombo

Il 26 marzo scorso Napoli veniva invasa da una folla festante di fan al seguito di Tony Colombo, cantante neomelodico, pronto a convolare a nozze con Tina Rispoli, vedova del boss degli scissionisti Gaetano Marino, ucciso a Terracina nel 2012. Alla vigilia delle nozze, quello che doveva essere un semplice flash mob, si trasformò in un vero e proprio concerto in Piazza del Plebiscito. Il giorno del matrimonio venne organizzato un corteo con carrozze, cavalli e giocolieri in corso Secondigliano. La ressa creatasi all’esterno del Maschio Angioino richiese l’intervento dei vigili urbani.

Le “particolari” nozze vennero descritte dalla stampa come il matrimonio trash dell’anno e il Comune di Napoli presentò una multa di 30mila euro agli sposi, accusati di aver messo in piedi uno spettacolo indegno della città partenopea. Accuse e controaccuse si sono susseguite su giornali e nei salotti televisivi, fino ad oggi, quando la Procura di Napoli ha aperto un indagine sulla vicenda: ieri mattina, su disposizione della Dda, i Carabinieri si sono presentati negli uffici del Comune e nelle abitazioni degli indagati per effettuare perquisizioni e sequestri di materiale. Come riportato da Adnkronos, nel registro degli indagati sarebbero iscritte 9 persone: oltre al cantate, tra questi figurano anche Claudio de Magistris, fratello del sindaco di Napoli Luigi, due ufficiali della Polizia Municipale, tre vigili urbani, una stagista della segreteria del sindaco e una dipendente dell’amministrazione comunale.

Il fratello di Luigi de Magistris sarebbe stato contattato da Tony Colombo e avrebbe poi fatto da tramite per l’organizzazione dell’evento, indicando i due membri della segreteria del sindaco di Napoli ai quali rivolgersi per ottenere le autorizzazioni per il flash mob in piazza del Plebiscito. Dagli atti sequestrati risulterebbe però che la richiesta di disponibilità di piazza del Plebiscito era da intendersi dalle 18.30 alle 23: niente a che vedere con il falsh mob di cui si parla nelle mail inviate dalla segreteria comunale alla Polizia municipale di Chiaia. Nei fatti, quella che si è svolta, è una manifestazione musicale non autorizzata.

Il sindaco di Napoli ha reagito subito alla notizia, con parole di delusione: “In questa vicenda surreale sono estraneo e danneggiato. Sono convinto che gli indagati evidenzieranno la correttezza del loro operato a dimostrazione della trasparenza e della legalità con cui il Comune ha sempre lavorato in questi otto anni. Non parlerò più di Colombo e dintorni per non dare risalto mediatico a chi intende buttare fango anche sulla mia persona, come questa squallida storia ha già dimostrato“.

Alessandra Curcio

Fonte: Adnkronos

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