Crocefisso nelle scuole, il Vescovo di Monreale: “Toglierlo sarebbe un aiuto a Salvini”

Crocefisso nelle scuole: la Chiesa  dissente dalle parole del Ministro Fioramonti in merito ad una scuola laica senza simboli religiosi.

 

Il Ministro Lorenzo Fioramonti era intervenuto qualche giorno fa nella trasmissione radiofonica di Radio 1 “Un giorno da pecora” dicendo che al posto del crocefisso nelle scuole avrebbe preferito la cartina del mondo, come garanzia di maggiore laicità. Ovviamente le sue parole sono state oggetto di molte critiche, vista la questione che da sempre divide. Nel dibattito è intervenuta anche la Chiesa, che ha detto la sua e – come si poteva immaginare – il ministro Fioramonti non ne è uscito benissimo.

Crocefisso nelle scuole: “Fioramonti rifletta prima di parlare”

Il primo a prendere parola è stato Monsignor Giovanni d’Ercole, segretario della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, che come riporta Adkronos, è stato piuttosto lapidario: “Sarebbe meglio tacere perché chi parla così ha una ignoranza culturale di fondo frutto di improvvisazione. Il ministro evidentemente non conosce la validità di questo simbolo, al di là di quello che pensano i cristiani. Il crocifisso, oltre ad essere un simbolo religioso, è un simbolo ‘laico’ di estrema importanza. Davanti all’ennesima polemica laicista in realtà bisognerebbe solo osservare silenzio. E ancora: “In futuro sia più prudente nel parlare. In Italia c’è un sentimento così profondo che non ha davvero senso urtare le sensibilità. La polemica non appartiene al mio stile ma vada prudente, signor ministro, le cose – se le deve dire – le dica nelle sedi giuste confrontandosi nel dialogo, troverà sempre persone disponibili”.

Nel 2011 c’è stata una sentenza definitiva della Corte Europea che ha stabilito che la presenza del crocefisso nelle aule non influenzi in alcun modo gli studenti.  Una sentenza così richiamata da monsignor Stefano Russo, Segretario Generale della Cei: “Spiace che si ritorni, con una certa periodicità, su questo tema – riporta Repubblica –  cui peraltro hanno già risposto due pronunciamenti del Consiglio di Stato, una sentenza della Corte Costituzionale e una della Grand Chambre della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. E sono proprio questi pronunciamenti a dare una lettura positiva e non ristrettiva della laicità: il Crocifisso non è un simbolo discriminatorio, ma richiama valori civilmente rilevante”.

Anche il vescovo di Monreale, Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, voce della Chiesa italiana, non ha parlato in maniera favorevole di Fioramonti: “Togliere il crocifisso dalle aule delle nostre scuole darebbe solo manforte a Salvini. L’ex ministro dell’Interno, partendo da qui, farebbe una battaglia contro il governo che, oltre ad aumentare le tasse, lede anche la sensibilità di buona parte degli italiani”.  

E lo stesso Salvini ha replicato, indirettamente, su Twitter: “O tu che passi per questa via, non scordar di salutare Maria”.
Questi segni della nostra cultura e della nostra storia, anche nei più piccoli borghi d’Italia, sembreranno ingenui e provinciali agli “intelligentissimi” ministri che vorrebbero togliere il crocifisso dalle scuole”.

 

Fonte: Adnkronos, Repubblica, Matteo Salvini Facebook

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