Milano, la mamma che si è gettata dall’ottavo voleva uccidersi in gravidanza

Mamma si lancia nel vuoto: la donna, che si era buttata dall’ottavo piano di un palazzo nel centro di Milano, è morta mentre la bimba è in terapia intensiva.

Suicidio mamma Milano - Leggilo

 

La mamma che si è lanciata nel vuoto poco dopo le 15 di lunedì 23 settembre non ce l’ha fatta. E’ morta sul colpo a seguito dei traumi riportati per una caduta da otto piani di un palazzo signorile a Milano, in viale Regina Margherita. La donna di 43 anni aveva una situazione famigliare difficile , tant’è che le erano già stati tolti due figli e probabilmente temeva che le avrebbero tolto anche la bambina di due anni.

Mamma si lancia nel vuoto: si pensa al suicidio

Secondo quanto riporta TgCom24, non ci sarebbero dubbi sul fatto che non si sia trattato di un fatto accidentale, ma volontario. La donna avrebbe infatti lasciato su Instagram un messaggio di addio, mentre in borsa avrebbe lasciato un biglietto al vaglio degli inquirenti. Pare inoltre che in passato avesse accettato di sottoporsi a delle analisi che non avevano riscontrato la presenza di cocaina.

Attorno alle 15 era riuscita ad entrare nel palazzo signorile in centro a Milano, in viale Regina Margherita, chiedendo al custode a che piano fosse l’ufficio legale – specializzato per altro anche in diritti dei minori – situato nel caseggiato. Si trattava però di una scusa, visto che la signora ha poi raggiunto l’ottavo piano e si è buttata giù dalla tromba delle scale. Prima di buttarsi ha lasciato il passeggino all’ingresso, ha preso l’ascensore e ha appoggiato la borsa sul pianerottolo prima di buttarsi

Il Corriere, ricostruisce i giorni precedenti alla tragedia, che sembra fosse annunciata. In un’udienza del 12 settembre – 11 giorni prima del triste epilogo – il padre della piccola ha provato a presentare dei documenti al Tribunale per i minorenni in cui si appurava il fatto che se la bambina fosse rimasta con la madre sarebbe stata in pericolo.

La piccola era nata nel 2017 dalla coppia che già non stava più assieme. L’uomo tuttavia ha cominciato ad avere dei timori, presentando un esposto nel 2018, dove si fa riferimento alle altre due figlie che la donna aveva avuto con l’erede di una dinastia industriale lombarda, già affidate al padre “a causa di comportamenti gravemente pregiudizievoli” della donna.  Il papà della terza figlia inizia a preoccuparsi visto che la donna aveva usato cocaina in gravidanza, allegando esami tossicologici; aveva già anche minacciato il suicidio mentre aspettava la piccola, come dimostrerebbe un filmato sul cellulare. La bambina dopo la nascita viene affidata ai Servizi Sociali del Comune di Milano, prima in una comunità per soli minori, poi insieme alla madre; dopo vengono destinate a una struttura di semi-autonomia, dove la donna di fatto può uscire tutto il giorno, con obbligo di rientro la sera.

Un altro punto degli esposti del papà riguarda la presenza di un uomo un “amico” della mamma, persona di oltre 70 anni che avrebbe dato ospitalità alla donna e alla bambina in cambio di incontri sessuali, violando così le regole del Tribunale. A volte la madre lasciava sola la bimba con il “vecchio”, ma questa situazione non generava particolari perplessità e solo ora si sta indagando.

Il padre – che può vedere la figlia solo 4 ore a settimana in comunità – ha chiesto negli esposti se quello fosse lo stile di vita adatto ad una bambina piccola e se la madre fosse affidabile.  L’insistenza e l’invadenza dell’uomo hanno fatto sì che la situazione venisse inquadrata in un contesto di “forte conflittualità” per l’affido della bambina.

I legali del padre infine hanno completato la lunga indagine difensiva in cui vengono allegate le testimonianze delle amiche della  madre che raccontano di come più volte abbia manifestato intenti suicidi; una volta ha detto di voler affogare la figlia nella vasca. Tutto questo undici giorni prima della disgrazia.

Fonte: Tgcom24, Il Corriere della Sera

 

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