Il Governo Conte già vacilla: rischio scissione anche nel Movimento 5 Stelle

Rischio scissione all’interno del M5s, soprattutto al Senato. Dure critiche verso Luigi Di Maio nel corso della riunione per le candidature a capogruppo.

5 Stelle scissione - Leggilo

Nel M5s e nel resto del Governo preoccupa il malessere, ormai sempre più crescente, soprattutto da parte di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle. È infatti in Senato che l’esecutivo giallorosso ha numeri risicati. In particolare, gli scontenti pentastellati hanno discusso a lungo proprio a Palazzo Madama nel corso della riunione dei senatori per le candidature a capogruppo il cui esito dovrebbe essere definito a ottobre. In particolare durante la riunione avrebbero attaccato il capo politico Luigi Di Maio e i suoi poteri invocando sia l’intervento di Beppe Grillo che una modifica dello statuto.

Come riportato da Repubblica, il senatore Michele Giarrusso ha condiviso un articolo molto critico nei confronti del Ministro Vincenzo Spadafora, il quale ha pochi giorni fa si è scagliato contro Alessandro Di Battista affermando che “è stato” punto di riferimento del M5s, e dunque parlando al passato.

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Ebbene, intervistato ai microfoni di Adnkronos, Giarrusso non è stato più tenero verso Luigi Di Maio criticando gli eccessivi poteri che avrebbe il capo politico e la necessità che lasci ogni incarico, sostenendo, tra l’altro, che non abbia esperienza per assumere il ruolo di ministro degli Esteri.

L’ipotesi di divisione al Senato è confermata dal Sole 24 Ore: sarebbero 25 gli esponenti M5s vicini ad Alessandro Di Battista e disposti a seguire Gianluigi Paragone e in un possibile gruppo autonomo sulla scia di quanto fatto da Matteo Renzi con il PD. Tra questi ci sarebbero anche ex fedelissimi di Di Maio, ora delusi perché non riconfermati al governo, come Danilo Toninelli  – che potrebbe però essere candidato a capogruppo per evitare la scissione – Barbara Lezzi e Giulia Grillo, oltre a chi è rimasto senza nomine nel sottogoverno e vicini al presidente della Camera, Roberto Fico.

Fonte: Repubblica, Michele Giarrusso Facebook, Adnkronos, Il Sole 24 Ore

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