Migranti, l’accordo di Malta rischia di essere un nulla di fatto per l’Italia

La bozza di accordo comune sottoscritta nell’incontro di oggi dai ministri dell’Interno di Malta, Italia, Francia e Germania è valido solo per i migranti soccorsi da ong e navi militari.

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Il giorno dopo il sì dal Viminale allo sbarco a Messina dei 182 naufraghi a bordo dell’Ocean Viking si è tenuto oggi a La Valletta l’atteso summit sui migranti a cui hanno preso parte i ministri dell’Interno di Malta, Italia, Germania, Francia e Finlandia, quest’ultima presente in quanto presidente di turno dell’Unione Europea il prossimo martedì 8 ottobre in Lussemburgo.

Un incontro a cui si riponevano grandi aspettative in tema di immigrazione. Ebbene, al termine della riunione si è giunti alla redazione di un documento comune per l’organizzazione della ripartizione degli stranieri che sbarcano in Europa. Si tratta in realtà di una bozza di accordo che verrà presentata agli altri 24 ministri dell’Interno dell’Unione Europea.

L’accordo rischia di essere un nulla di fatto per l’Italia

Nel documento sono stati stabiliti 5 punti fondamentali per modificare la politica migratoria nell’Ue. Il primo punto riguarda la redistribuzione dei migranti, meccanismo che dovrebbe essere messo in atto in massimo 4 settimanem a prescindere dal Paese di sbarco europeo. Il secondo punto prevede che, una volta redistribuiti, gli immigrati saranno a carico del Paese che li accoglie e non più in quello di arrivo, anche per quanto riguarda il loro rimpatrio. Il terzo punto stabilisce che i porti di sbarco saranno disposti a rotazione, ma solo su base volontaria e non obbligatoria, come confermato dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese al Corriere della Sera. Il quarto punto stabilisce che l’accordo di Malta sui migranti sarà monitorato in sede di applicazione essendo un progetto pilota che punta a coinvolgere  -e questo sarebbe il quinto punto – il maggior numero di Nazioni possibile.

Il “meccanismo di emergenza aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo”, ossia il regolamento di Dublino. A dirlo, scrive l’Ansa è il Ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, che ha aggiunto “senza questo accordo, la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile“. Secondo ministro tedesco oggi sarebbero stati “identificati alcuni regolamenti che aiutano Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati” dicendosi convinto che “in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea“.

Quel che è emerso, sottolinea  Il Giornale, concerne la non applicazione dell’accordo sulla totalità dei migranti che sbarcheranno sulle coste comunitarie. Si applicherà infatti solo i migranti salvati dalle imbarcazioni delle Ong o delle navi militari. Un dettaglio non da poco, visto che solo una piccola parte dei migranti giungono su questi mezzi. Basti pensare al fatto che almeno l’80% dei nuovi arrivi avviene attraverso i cosiddetti sbarchi fantasma.

Fonte: Corriere della Sera, Il Giornale

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