Disperazione estrema o modo per attirare l’attenzione? I migranti a bordo della Alan Kurdi provano a togliersi la vita, mentre l’Italia ribadisce il divieto di ingresso. Chi offrirà un porto sicuro ai naufraghi?
Cecilia Strada, ex presidente di Emergency denuncia la situazione a bordo della Alan Kurdi. La nave della ong tedesca Sea Eye è ancora ferma al largo di Malta, dopo aver salvato 8 migranti il 30 agosto scorso. I naufraghi a bordo tentanto gesti disperati, come si legge su Twitter. Un minore ha infatti cercato di lanciarsi in acqua per tentare di raggiungere a nuoto la riva.
Uno dei naufraghi ha già cercato di togliersi la vita a bordo della #AlanKurdi, ancora bloccata in acque internazionali. Malta dovrebbe indicare un porto sicuro ma non lo fa, l’Italia ha ribadito il divieto di ingresso.
La vergogna europea continua. #fateliscendere— Cecilia Strada (@cecilia_strada) September 7, 2019
Se Malta non indica un porto sicuro e l’Italia ribadisce il divieto d’ingresso, dove andranno i naufraghi salvati dalle acque. Intanto l’Adnkronos annuncia che tre naufraghi a bordo della Alan Kurdi sono stati evacuati per motivi sanitari. Restano quindi a bordo solo in cinque dei 13 soccorsi in mare.
A raccontarlo è la stessa ong ‘Sea eye’ su Twitter:
During the night, three young guests were evacuated.
Malta seems to wait until each and everyone of the rescued has become a critical medical case.
Five guests remain on board the #AlanKurdi.
They understand the situation as little as we do. pic.twitter.com/WEFGJO1eor— sea-eye (@seaeyeorg) September 9, 2019
La nave della ogn tedesca, dunque, attende da giorni di poter sbarcare un gruppo di migranti soccorsi nei giorni scorso. A bordo restano soprattutto minorenni.
Sul caso si è espressa la vice portavoce della Commissione Europea Natasha Bertaud: “Dopo una richiesta ricevuta venerdì scorso, la Commissione è in contatto con gli Stati membri per trovare una soluzione per le persone a bordo della nave. Accogliamo con favore il fatto che gli Stati membri si stiano impegnando in questa discussione e che si mostrino disposti a partecipare al ricollocamento“. Prima però dovrà esserci lo sbarco.
Anche Matteo Orfini, deputato Pd, ha fatto sentire la sua voce: “La Alan Kurdi è ancora in mezzo al mare, con 13 naufraghi a bordo. Ieri per la disperazione uno di loro ha tentato il suicidio. L’ho chiesto ieri e lo ribadisco oggi: il nuovo governo revochi il divieto di ingresso in porto“. Nicola Fratoianni, parlamentare Leu, dice: “Fate sbarcare i naufraghi, è il segnale di quella discontinuità che serve al Paese per recuperare dignità e umanità“.
Chi si farà carico dei migranti, una volta sbarcati? Verranno smistati verso altri paesi europei come successo nello sbarco di agosto? Queste le domande che preoccupano gli Stati membri, decisi a trovare una soluzione nel breve termine.
Alessandra Curcio
Fonti: Cecilia Strada Twitter, Sea-Eye Twitter, Adnkronos