Provò ad uccidere la moglie, i giudici gli concedono la semilibertà

Le mani strette sul collo, un sequestro in macchina, la simulazione di un incidente e poi un incendio. Sei anni fa, Andrea Loro, aveva tentato di uccidere Matilde Ardia, la madre dei suoi due figli. La donna era riuscita miracolosamente a salvarsi.

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La storia di un femminicidio mancato, ma pianificato nei minimi dettagli. Andrea Loro, quarantenne di loria, in provincia di Treviso, era sicuro di voler uccidere la sua ex moglie quando, sei anni fa, aveva dato fuoco alla macchina nella quale l’aveva chiusa. Tredici anni di condanna per quel folle gesto. Fine pena: 2023. Invece Andrea Loro può già lasciare il carcere e trovarsi un lavoro. A stabilirlo il tribunale di Sorveglianza di Venezia, con questa motivazione, riportata da Il Corriere della Sera: «Il condannato ha mantenuto condotta regolare e ha partecipato a corsi e attività».

Matilde, l’ex moglie, 37enne originaria di Salerno, non è apparsa sorpresa dalla decisione della concessione del beneficio all’uomo che ha tentato di ucciderla. A ferirla, però, è stata la decisione dei giudici di tirarla in ballo nelle motivazioni che hanno portato alla semilibertà. Questo hanno scritto i giudici incaricati:«Quando Andrea Loro sposa Matilde, lui ignora che la donna abbia uno spessore culturale di gran lunga superiore al suo, e quando vede il matrimonio fallire per la scarsa dedizione di Matilde alla casa e ai figli, matura dentro di sé il proposito di ucciderla». Tra le righe si legge una neanche tanto velata accusa a Matilde per giustificare un tentato omicidio. Per una donna che piange il marito disperata, come la moglie di Mario Cerciello, il carabiniere ucciso, ce ne sono altre come Matilde, che il marito non hanno più intenzione di rivederlo o altre ancora, come Gloria Buonavita, che ha dovuto fare da madre e da padre per i suoi figli.

«Mi sento offesa come donna, mi sento ferita come madre. Lo dico per me, ma credo di dirlo a nome di tante altre vittime: l’Italia sta precipitando nel Medioevo», questo il commento di Matilde, riportato da Il Messaggero.

L’uomo, intanto, ha trovato lavoro presso un’azienda vicino a casa, e non potrà lasciare il carcere fino a fine mese, mentre comincerà a lavorare solo a settembre. Secondo l’ordinanza, Andre a questa semilibertà l’ha guadagnata: «Loro ha partecipato in carcere al gruppo sulla violenza di genere e con i permessi premio al progetto “Cambiamento maschile” con risultati molto positivi in termini di coinvolgimento e serietà. Merita quindi la misura della semilibertà per consolidare attraverso il lavoro e la famiglia il processo di risocializzazione già intrapreso». A confermare la validità del percorso fatto in carcere anche Lorenza Secoli, il suo legale: «Questo caso dimostra come il carcere, se utilizzato nel modo corretto funziona e permette il reinserimento nella società di chi ha sbagliato».

Andrea Loro si appresta dunque a diventare un uomo nuovo, con buona pace dei giudici che sembrano aver deciso che se quello stesso uomo, sei anni fa, provò a dare fuoco alla moglie, in fondo, fu anche colpa sua.

Alessandra Curcio

Fonti: Il Corriere della Sera, Il Messaggero

 

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