Roma, neonata morta nel Tevere: secondo l’autopsia è stata soffocata

Emergono nuovi particolari dall’autopsia sulla neonata trovata morta sabato scorso poco dopo le 16 sulle rive del Tevere, a Roma, da un ristoratore.

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Sembrava non ci fossero segni i violenza che sul corpo della neonata ritrovata da un ristoratore che stava pescando anguille sabato scorso in riva al Tevere. Ma l’ipotesi di una bimba nata morta è durata poco. Secondo Adnkronos il medico legale di Tor Vergata, Mirko Massimilla, incaricato dal pm Silvia Santucci, avrebbe riscontrato come la bimba sarebbe stata soffocata e dopo buttata nel fiume un giorno dopo essere nata.

La piccola è morta sola. Non si tratta dunque di un omicidio-suicidio come quello della madre che si tuffò da ponte Testaccio con in braccio le sue gemelle di pochi mesi poco prima di Natale. Al momento infatti non sono ancora stati nemmeno individuati i genitori della neonata.

L’inchiesta della Squadra Mobile starebbe proseguendo anche per dare loro un nome e un volto che sarebbero al momento ignoti. A tal proposito, come riferito dall’Ansa, le Forze dell’Ordine ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel luogo in cui è stato ritrovato il piccolo cadavere. La speranza è che dell’esame del DNA emergano indizi che aiutino a fare luce sull’identità della madre e del padre della bambina per cercare in questo modo di avvicinarsi alla risoluzione del caso.

La Procura di Roma sta portando avanti le indagini per omicidio, anche se per il momento non ci sarebbe ancora alcun nome iscritto nel registro degli indagati. La pista per ora maggiormente seguita porterebbe nell’ambiente della prostituzione. L’ipotesi principale è che la bambina possa essere stata portata via alla madre subito dopo la nascita dai suoi aguzzini, i quali l’avrebbero poi uccisa e gettata nel Tevere per far tornare immediatamente la donna sulla strada.

La sindaca di Roma, Virginia Raggi, su suggerimento dell’associazione “Salvamamme”, ha deciso di dedicare una cerimonia d’addio alla piccola impegnandosi inoltre ad informare le donne in gravidanza della possibilità di partorire in ospedale e non riconoscere i propri figli, il tutto in maniera completamente anonima.

Fonte: Adnkronos, Ansa

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