Porti chiusi in Croazia ad nave italiana che trasporta turisti. Un provvedimento che suscita scalpore in giorni come questi, dove il tema dell’approdo suscita proteste e sdegno, di segno opposto. A dare la notizia è il gruppo armatoriale siciliano Caronte & Tourist che ha riferito la vicenda in un comunicato,
La compagnia afferma che una nave traghetto di sua proprietà, la “Giuseppe Franza“, salpata dal porto di Messina è bloccata dalle sei di ieri mattina, sabato 6 luglio, alla rada del porto croato di Rjieka nella zona di Fiume. A diffondere la notizia in Italia è stato il Gazzettino.
Nella nota la compagnia sostiene che “le Autorità locali e l’autorità portuale” negano “l’ormeggio alla nave italiana“. Per questo la società ha chiesto aiuto al governo italiano affinché si adoperi con la Croazia per sbloccare la situazione, dal momento anche che “la nave non è attrezzata per lunghi periodi di fermo“. Nella stessa nota un manager della Caronte&Tourist, Sergio La Cava, spiega che da più di un anno la compagnia è assegnataria “dal governo croato per il trasporto con una linea marittima nuova creata” dalla stessa società per i collegamenti, tre volte al giorno, tra Fiume e Porozina – una piccola città portuale in Croazia, situata sulla costa nord-occidentale di Cres. Tuttavia, riferisce Radio Rijeka l’accordo potrà essere concluso solo dopo aver ricevuto il consenso delle autorità portuali di Fiume e di Cres. Secondo le informazioni fornite dall’Amministrazione del porto di Fiume, il consenso non può essere dato poiché al momento non esistono condizioni per stabilire la nuova linea, e uno dei principali ostacoli è l’attuale regolamentazione del traffico nella città di Fiume. La autorità croate sostengono che l’armatore sarebbe stato perfettamente al corrente del divieto e avvisato in tempo scrive RijekaDanas, ma ha comunque inviato il traghetto. La nave è ancora all’ancora.
Secondo Sergio La Cava il nuovo collegamento sarebbe stato stabilito dopo una trattativa molto difficile perché, a detta,del manager in un primo momento il governo centrale di Zagabria si sarebbe opposto alla collaborazione, portando motivazioni senza fondamento. “Alla fine – ha concluso La Cava – siamo riusciti ad ottene la collaborazione con il governo di Zagabria e ora che succede? Che ci si mettono le Autorità locali“.
Fonte: Il Gazzettino, Radio Rijeka, Rueka Danas