“Abbiamo rischiato di morire, Carola Rackete ci ha schiacciati sulla banchina”

Carola Rackete ha deciso di riaccendere i motori e dirigersi verso il porto di Lampedusa, la Guardia di Finanza ha intimato alla Capitana per tre volte l’alt. Ma lei lo ha ignorato. La motovedetta della Gdf ha tentato di frapporsi fra la banchina e la nave per impedire l’attracco, rimanendo quasi schiacciata dalla Sea Watch. 

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Era l’una di questa notte quando la comandante della nave Sea Watch ha deciso di chiudere la partita ed entrare in porto. Decisa, consapevole o forse solo incosciente, Carola Rackete ha acceso i motori e ha fatto rotta verso l’isola. La Guardia di Finanza, in questi giorni da sempre accanto alla nave, le ha intimato di fermarsi. Un ordine ripetuto tre volte ma ignorato, così come aveva fatto quando le era stato impedito di entrare in acque italiane e lei, la comandante 31enne tedesca, aveva deciso di ignorare l’alt. Quindi, la Sea Watch è entrata in porto ma la motovedetta della Guardia di finanza ha provato, per impedire l’attracco, a mettersi tra la banchina e la nave. Un incidente sfiorato per un pelo: infatti, solo grazie ad una rapida manovra del pilota, l’imbarcazione delle Fiamme Gialle è riuscita a sfilarsi e ad evitare un disastro. Infatti, non solo la motovedetta è in vetroresina, mentre la nave in ferro: anche le dimensioni delle due imbarcazioni, che sono in rapporto di uno a trenta circa, avrebbero potuto creare problemi enormi.

Informa Tgcom24 che la motovedetta classe V 800 in servizio a Lampedusa, è rimasta quasi schiacciata sulla banchina commerciale della Sea Watch. L’unità della Guardia di Finanza stava ormeggiando quando è stata speronata dalla Sea Watch e per questo dovrà essere portata in cantiere per essere sottoposta a controlli e per tutte le riparazioni necessarie. Il mezzo subirà quasi certamente lavori di manutenzione.

Abbiamo rischiato di morire”, dicono fonti della Gdf all’Adnkronos, che parlano di “azione criminale” nel forzare il blocco. “Siamo rimasti schiacciati sulla banchina e a bordo della motovedetta si è respirato un clima di terrore perché ci siamo visti addosso a noi un bestione da 600 tonnellate”. Anche il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio si è espresso negativamente sul gesto della Rackete: Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti”.

Per questo incidente, è probabile che a Carola – che è stata prelevata e fatta salire su un auto tra applausi e insulti, per poi essere arrestata – venga contestato anche il tentato naufragio, oltre che il reato di resistenza alle autorità. Subito dopo aver portato via Carola, i militari e gli uomini della Polizia sono saliti a bordo per notificare il provvedimento di sequestro della nave. A bordo sono saliti anche i medici e i volontari dell’Unhcr e dell’Oim, per un primo screening sanitario e per fornire ai migranti le prime informazioni.

Fonte: Tgcom24, Adnkronos, Matteo Salvini Twitter

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