Matteo Orfini, diario dalla Sea Watch: “Italiani, guardate queste persone, sono degli eroi”

Matteo Orfini è salito a bordo della Sea Watch e, con una serie di tweet, ha reso noti i vari movimenti a bordo dell’imbarcazione, al quindicesimo giorno in mare. 

Matteo Ordini sulla Sea Watch - Leggilo

Una foto di un’alba, un’acqua serena, e il riflesso del sole nelle onde del mare. Potrebbe essere la fotografia di un qualsiasi turista in vacanza, e invece la foto è di un Tweet di Matteo Orfini. Orfini, colui che si è mobilitato per i rom di Casal Bruciato; che si attiva per i migranti e gli “ultimi” del mondo; che non fa altrettanto quando gli italiani sono in difficoltà. Chi si è recato a Lampedusa, in queste ore di movimento e tormento politico – visto che il caso Sea Wach ruba energie e tempo, attirando su di sé le attenzioni di politici e tutti coloro che si mobilitano per una causa, dicono, più che giusta – si tiene lontano da strumentalizzazione politica. Dovremmo crederci? Dovremmo davvero credere che la delegazione del PD che ieri ha preso un aereo e si è recata nell’isoletta l’abbia fatto davvero per la vita dei migranti? Dicono, sui social, che questo è l’ennesimo spettacolo, tristissimo, dei dem: l’avevano già fatto a gennaio, salendo a bordo della Sea Watch che aveva soccorso i migranti; l’hanno rifatto ora, con le medesime modalità. Così sono arrivati sull’isoletta e, dopo qualche intervista, sono saliti a bordo.

Agiscono, dicono, perché spesso la “legge umana può superare quella giuridica”. In sostanza, se si viola la legge in nome di principi morali, allora l’aver violato la legge diviene un atto eroico. Il principio, però, non vale nel caso della legittima difesa a cui il PD si è sempre opposto: non si sa perché. Peccano di incoerenza, peccano di superbia e quello a cui stanno dando vita è l’ennesimo spettacolo di sciacallaggio e propaganda politica, fatta sulla pelle dei migranti che, da quindici giorni, sono in mare. E non solo Carola Rackete ha fatto di testa propria, soccorrendoli senza uno straccio di autorizzazione, salvo poi pretendere aiuto, come se qualcuno le avesse obbligato di imbarcarsi in mare; c’è anche chi, in modo paradossale, ne legittima un’azione che è, oggettivamente, illegale. La fanno passare come eroina, come se fosse la salvatrice dell’umanità. Ma sarebbe potuta arrivare in Olanda in 4 giorni e mettere fine al tormento. Invece si è fermata davanti Lampedusa, e ha fatto pressioni sull’Italia: né sull’Olanda, Stato di cui batte bandiera; né sulla Germania, Stato della Ong madre. E’ l’Italia che vuole Carola Rackete. Chissà perché. Ma lei è un’eroina che sfida le leggi. Da quando, fare cose illegali vuol dire essere eroi? E da quando chi sostiene chi fa cose illegali è un eroe? Orfini, e chi come lui è a Lampedusa in queste ore, spalleggia un’organizzazione che ha deliberatamente commesso una serie di reati, in spregio dello Stato di cui fa parte. Loro sono dalla parte della Capitana, non dello Stato che dovrebbero rappresentare. Ma loro sono eroi. Loro ci sono e aiutano per davvero.

E i migranti – le vere vittime di tutto questo disastro – devono anche subire il via vai dei politici che, come se ci fosse abbastanza spazio, sono saliti a bordo. A far cosa? Dicono a parlare con la Rackete. Invece sono lì a fare selfie e ad aggiornare via social un triste scenario di bordo. “Sono sul ponte della #Seawatch. Resteremo qui fino alla fine di questa assurda vicenda. I migranti sono in condizioni di sofferenza psicologica indescrivibile. Crudeltà, non c’è altro modo per definire il comportamento del Governo. Vanno sbarcati oggi, non c’è più tempo da perdere”, twitta Orfini dal suo cellulare.

Poi un tweet dove si mostra una motovedetta avvicinarsi per soccorrere un migrante. C’è chi, nei commenti, fa ironia: “Bella foto, potresti fare il fotografo”. 

Poi, ancora, un tweet per dire a tutti che loro, altruisti e realmente interessati agli altri, hanno rifiutato di dormire in una cabina – dove erano stati lasciati spazzolini e dentifricio come kit di sopravvivenza – e dormiranno sul ponte, sotto le stelle. Però, hanno apprezzato il regalo:

E infine, in un Tweet, si elogiano gli eroi che hanno salvato vite umane. Ricapitolando: se domattina non gradisco una legge, non la condivido, non la osservo e la trasgredisco – in nome di un principio morale – allora sono un eroe. Posso fare di testa mia, e poi posso anche pretendere aiuto. Chi non me lo da, è un criminale cattivo. Questa è la farsa che ci vogliono far vedere. Questo è il mondo PD.

Chiara Feleppa

Fonte: Matteo Orfini Twitter, Vista

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