I magistrati arrestano Paolo Arata, ex consulente della Lega

Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia, e il figlio Francesco sono stati arrestati con l’accusa di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni.

Arata arrestato corruzione - Leggilo

Torna alle cronache il nome di Paolo Arata, ex consulente della Lega ed ex deputato di Forza Italia. Lui e il figlio Francesco, infatti, sarebbero soci dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri,uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Gli Arata sono indagati da mesi per un giro di tangenti alla Regione Sicilia che coinvolge lo stesso Nicastri, tornato in cella ad aprile dopo un periodo ai domiciliari. Un business, quello delle mazzette portato avanti da quest’ultimo e anche dai due Arata, accusati di corruzione, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni. L’arresto – riporta l‘Ansa – è stato disposto dal Gip di Palermo Guglielmo Nicastro su richiesta della Dda guidata da Francesco Lo Voi. Le stesse accuse sono a carico di Vito Nicastri e del figlio Manlio. L’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione, è invece ai domiciliari.

A mettere nei guai le conversazioni tra Arata e Manlio Nicastri, figlio di Francesco: “Io nel 2015 ho dato trecentomila euro a tuo papà – dice Arata –basandomi su un rapporto di fiducia, ed è stato il più grande errore della mia vita era dicembre 2015 quando io vi ho dato i soldi. Siamo arrivati dove siamo arrivati perché io dicevo a tuo papà: ma scusa Vito…:ah no, non me ne occupo… ma come non te ne occupi, io ti ho pagato e non te ne occupi?”. In altre intercettazioni, Arata si definisce lui stesso socio di Nicastri.

Il nome di Arata si lega a quello di Armando Siri, ormai fuori dal Governo. L’inchiesta, nei mesi scorsi seguita a Roma, portò in risalto alcune intercettazioni che svelavano il pagamento di una mazzetta, da parte di Arata, all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri. In cambio del denaro, circa 30mila euro, Siri avrebbe presentato un emendamento sugli incentivi connessi al settore del mini-eolico, su cui Arata aveva investito. Semplificando: soldi in cambio di una norma per agevolazioni. L’indagine sul giro di corruzione, rimasta alla Procura di Palermo, mette al centro di un giro di tangenti che avrebbero favorito Nicastri e Arata nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano, informa l’Adnkronos.

Intanto, il personale della Dia di Trapani sta effettuando una perquisizione alla commissione regionale per la valutazione dell’impatto ambientale. I magistrati, che indagano sulle mazzette, contestano il reato di abuso d’ufficio al Presidente della commissione, Alberto Fonte. Gli altri indagati sono: Giacomo Causarano, 70 anni; Francesco Isca, 59 anni; Angelo Giuseppe Mistretta, 62 anni; 55 anni; Alberto Tinnirello, 61 anni. Tra le varie società degli Arata che hanno stretto legami con i Nicastri rientrano le società Solcara srl e Etnea srl, titolari di 16 impianti per la produzione di energia da fonte eolica nella provincia di Trapani; la Solgesta srl , società che sta sviluppando in provincia di Trapani e Siracusa due progetti per la realizzazione di altrettanti impianti di energia elettrica e bio gas utilizzando rifiuti organici.

Matteo Salvini così ha commentato la vicenda al TG2: “Io rispetto la magistratura, non ho elementi per commentare né a favore né contro. Vado avanti e ricordo a tutti che in Italia siamo presunti innocenti fino a prova contraria“.

Fonte: Ansa, Adnkronos, TG2

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