Ramadan, la piazza di Faenza trasformata in luogo di preghiera

Per la fine del Ramadan, a Feanza, il segretario comunale Maurizio Randi ha deciso di chiudere al pubblico Piazza del popolo, per concedere uno spazio aperto alla comunità islamica dove poter concludere uno dei periodi più sentiti e importanti per i musulmani. 

Ramadan a Faenza - Leggilo

 

Era cominciato con gli auguri e con l’appoggio del Primo Cittadino di Palermo Leoluca Orlando l’inizio del Ramadan, uno degli eventi più importanti per la comunità islamica. Il Sindaco è in prima fila agli eventi religiosi organizzati dagli islamici palermitani tanto che, lo scorso agosto, prese parte alla festa dell’Eid al-Adha, a piedi scalzi e con tanto di fascia tricolore. La Comunità Musulmana è sempre più parte integrante della comunità di Palermo. Vice con grande sensibilità e partecipazione la vita cittadina”, aveva detto Orlando qualche giorno fa augurando ai musulmani un buon inizio Ramadan, come riportato da Palermo Today. “La mia presenza è espressione di vicinanza, ringraziamento e condivisione, in un periodo in cui è importante sottolineare che ogni anima e ogni cultura di Palermo rappresenta tutta la città e tutta la comunità”.

Una linea di vicinanza ripresa anche a Faenza, dopo che il segretario comunale Maurizio Randi, e il capogruppo in consiglio comunale Niccolò Bosi, entrambi Democratici, hanno deciso di chiudere la piazza della città per trasformarla in una moschea, in occasione del 1 giugno, giorno di chiusura del periodo sacro islamico. L’iniziativa, in realtà, si ripete ogni anno per volere del Primo Cittadino di Faenza Giovanni Malpezzi. Inutili le richieste di Forza Italia, riportate da Il Secolo d’Italia, di invitare il comune e non concedere piazza del Popolo, ma un luogo meno centrale.

Siamo felici che chi fa parte della seconda più grande comunità religiosa di Faenza, dopo quella cattolica, voglia condividere con tutti gli altri cittadini un momento di festa per loro importante”, spiega Randi, “è iniquo e discriminatorio accostare qualsiasi religione agli atti di cui si macchiano i fanatici che la usano per giustificare le proprie azioni violente. Queste generalizzazioni generano incomprensione, impediscono il dialogo, favoriscono le estremizzazioni”.

Pertanto, proprio da una ricerca di dialogo reciproco deriva la necessità di celebrare la preghiera di rottura del digiuno e consumare il pasto collettivamente, con tutta la città, spiegano i dem. “Farsi conoscere, aprirsi, invitare i propri concittadini significa sentirsi cittadini e questa è una cosa bellissima – sottolineano ancora il Segretario del PD Maurizio Randi e il Capogruppo del PD Niccolò Bosi –  Dialogare non significa abbassare la guardia, rinunciare alle proprie tradizioni e identità, significa disinnescare le occasioni di conflitto, vuol dire rafforzare il capitale sociale della città, contribuisce ad una comunità più forte e sicura. Spingere ai margini, isolare, porta invece alla diffidenza, all’odio e alla radicalizzazione ed è un peccato che forze politiche alimentino questi sentimenti usando la paura”.

Fonte: Il Secolo d’Italia, Palermo Today

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