Romano Prodi: “Usare la religione come fa Salvini è ridicolo”

Romano Prodi commenta la questione che lega Salvini e l’utilizzo di simboli religiosi. Secondo l’ex Premier, infatti, la questione farebbe ridere. E non manca di commentare le Europee ormai alle porte. 

Romano Prodi contro Salvini - Leggilo

 

Romano Prodi ritorna, questa volta ospite da Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini alla trasmissione radiofonica “Circo Massimo”, su Radio Capital. Questione all’ordine del giorno, chiaramente, le Europee ormai alle porte. Ma l’ex Premier non ha evitato di commentare la questione dei simboli religiosi e di Matteo Salvini, dopo che quest’ultimo ad un comizio leghista in Piazza Duomo a Milano, ha invocato l’aiuto di Dio e della Madonna per vincere le prossime elezioni. “Non si può strumentalizzare la religione”, dice Prodi, “è chiaro che Salvini l’ha studiato a tavolino, aveva un rosario televisivamente visibile e l’idea che tenga un rosario in tasca fa ridere, lo sanno tutti come stanno le cose”. Poi, sulla proposta del Ministro dell’Interno di superare il tetto del 3% del rapporto deficit/pil: “Ma una felpa al giorno non toglie il debito di torno”. 

Quanto al PD – l’unico partito che può salvare l’Europa – l’azione di Nicola Zingaretti sarebbe invece indispensabile e darebbe i frutti sperati: “Ha riaccorpato il partito, cosa indispensabile. Poi dopo le elezioni, se avrà, come io penso, un risultato positivo, potrà produrre il rinnovamento. Doveva affrontare una campagna elettorale in cui il problema era la colla, non la benzina”.

Proprio del voto di domenica, il professore era tornato a discutere qualche giorno fa, come riporta La Repubblica, ospite del convegno del Conservatorio Umberto Giordano intitolato “Europa. Un futuro per i giovani. Oltre la generazione Erasmus”.
C’è una sfiducia nella democrazia, c’è una voglia di autorità in tutto il mondo. In India, in Polonia, in Cina, in Brasile. C’è una delega di potere. In Africa quando vincono le elezioni si credono padroni del Paese”, ha detto Prodi. “Noi in Europa siamo ancora i maggiori depositari della democrazia rappresentativa, nonostante tutto. Siamo in un passaggio in cui la democrazia deve essere efficiente, i governanti pensano solo alle elezioni, mentre oggi i grandi problemi sono solo di lungo periodo”. L’obiettivo del prossimo voto degli italiani dovrebbe essere quello di avere una nuova Europa, con un Parlamento europeo che abbia più potere attraverso i suoi due cavalli di battaglia: moneta ed esercito. E poi ancora: “L’Europa ha bisogno di un collante sociale e questo collante passa da tre temi: sanità, scuola e case popolari.
Ci sono i soldi europei per poterlo fare. Oggi non dice più nessuno fuori dall’Europa, sono tanti i caos inglesi del dopo Brexit che nessuno dice più fuori dall’euro”. Insomma, l’invito a non votare i sovranisti, più volte dichiarato esplicitamente, sembra ribadirsi con maggiore forza. 

Fonte: La Repubblica, Radio Capital

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