Vescovo Suetta: “Multiculturalismo? No, la società deve avere un’identità”

Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-Sanremo che quattro anni fa aveva soccorso sugli scogli i migranti respinti al confine con la Francia, oggi fa un deciso passo indietro sul multiculturalismo.

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Antonio Suetta, Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, quattro anni fa aveva soccorso sugli scogli i migranti respinti al confine con la Francia. Il prelato, che ha scritto la missiva per “un voto per l’Europa critico e costruttivo”, in un’intervista si è detto scettico sull’idea di “multiculturalismo” – uno dei punti per il quale Cecile Kyenge chiede il voto degli italiani, domenica. “Non ho cambiato idea sulla solidarietà verso chi si trova in una situazione di bisogno immediato, come nel caso degli immigrati sugli scogli nel 2015, ma già allora nutrivo perplessità sul multiculturalismo, su una società ridotta a semplice sommatoria di culture ed etnie, senza un’identità forte”, spiega Suetta, diversamente dall’europarlamentare del PD che aspira invece ad un’Europa solidale e multiculturale.

E neanche sull’invocazione di Matteo Salvini alla Madonna, durante il comizio a milano, Suetta sembra scandalizzarsi: “Dal mio punto di vista non trovo nulla di blasfemo o irrispettoso nel gesto del ministro che si professa credente. Parlava di Europa, ha baciato il rosario e invocato la benedizione di Dio e dei santi. È perfettamente compatibile con i convincimenti che dice di avere”. Quanto alla politica dei porti chiusi tenuta dal vicepremier, il Vescovo di Ventimiglia va controcorrente, diversamente dall’Onu che attacca le norme del decreto sicurezza bis sull’immigrazione: “Tra i doveri di uno Stato c’è anche quello di governare i flussi migratori con umanità, verità e senso delle proporzioni. Nell’ottica di una redistribuzione dei migranti fra i Paesi dell’Unione è comprensibile che si chieda di indirizzare le navi anche verso altri porti europei o comunque di condividere l’accoglienza con altre nazioni. Anche perché non tutti i profughi vogliono restare in Italia”.

I porti aperti, invece, comporterebbero diversi rischi: “Sono certo che la Chiesa ha fatto e fa molto con grande umanità e retta intenzione. Rimane il rischio che alcune realtà ‘solidali’ possano utilizzare il fenomeno migratorio per altri scopi: impoverire l’Africa per lasciarla alla mercé di certi potentati; favorire uno stravolgimento dell’identità europea attraverso l’approdo di masse umane disomogenee”.

Aggiornamento

L’intervista del Vescovo, ripresa da più testate –QN” e La Nazione – è stata confermata da Setta che però ha specificato come il titolo utilizzato sia stati fuorviante rispetto al contenuto delle sua parole. Questo riportava: “Il Vescovo dei migranti si ricrede, Matteo Salvini ha ragione sugli sbarchi”. Un virgolettato smentito da Setta che ha annunciato di aver preso provvedimenti per quanto diffuso a mezzo stampa.E’ stata una mascalzonata del titolista. Mentre l’intervista è stata pubblicata in modo corretto così non lo è stato per il titolo. Non ho cambiato idea sulla solidarietà verso chi si trova in una situazione di bisogno immediato, come nel caso degli immigrati sugli scogli nel 2015. Ho solo voluto dire all’Europa di non perdere la sua identità cristiana”.

Fonti: Q.N., La Nazione

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