“Casarini vuole portate migranti in Italia con il pretesto della guerra in Libia”

800mila migranti pronti a sbarcare dalla Libia. Queste le stime di Serraj, il Presidente libico, che ha anche messo il punto sull’allarme terrorismo. Ma il Vicepremier Matteo Salvini blocca ogni prospettiva al riguardo.

Casarini pronto a ripartire, Salvini tenta di fermarlo - Leggilo

Il caos di questi giorni in Libia, dopo l’attacco del Generale Haftar al Governo di Tripoli presieduto da Fayez Serraj, sta spargendo sangue e terrore ma potrebbe avere conseguenze disastrose. Centinaia di terroristi islamici, infatti, potrebbero arrivare in Italia. Le stime parlano infatti non solo di 800mila migranti in arrivo, ma anche di un’allarme terrorismo che si infiamma tanto da poter parlare di un’ “emergenza nazionale” alle porte, come riportato dall’Adnkronos. Se la Francia ha corso ai ripari, chiedendo di prorogare la chiusura delle frontiere per altri sei mesi, il Viminale non ha fatto meno e ha emesso una direttiva dove si delineano le future mosse per monitorare la questione. Il testo è stato inviato al Capo della Polizia e ai comandanti di Arma, Guardia di Finanza, Marina e Capitaneria di Porto.

I porti sono chiusi e restano tali“, ha detto Salvini, come riportato da Il Sole 24 Ore. Il documento si propone di reagire all’allarme migranti derivato dal caos libico. Un allarme realtà preesistente e gestito, fino a qualche mese fa, dalle Ong. Non a caso, si legge nel testo, “il Ministero dispone alle autorità di vigilare affinché il comandante e la proprietà della Nave ‘Mare Jonio'”pronta a rimettersi in mare a giorni “non insistano con la loro attività illecita”. La direttiva è dunque una presa di posizione netta contro l’imbarcazione di cui è capo missione Luca Casarini  che ha creato un caso “politico”– vouto e studaito a tavolino, per alcuni quando ha prelevato immigrati a largo della Libia ed ha rifiutato il coordinamento della autorità straniere legittimamente competenti. La Jonio infatti chiese l’assegnazione del porto di sbarco a Roma in modo strumentale, secondo il Viminale, per poi dirigersi in via premeditata verso le coste italiane. Il tutto deliberatamente e senza alcun autorizzazione.

Secondo il Viminale le nuove indicazioni mirano contrastare l’immigrazione clandestina, specie se incentivata da imbarcazioni private, proprio come era caso della Jonio. L’imbarcazione batte bandiera italiana e, per questo, può creare non poche difficoltà a chi volesse opporsi al sui ingresso in un porto del Bel Paese. Più in generale, l’attività delle Ong “incentiva gli attraversamenti via mare di cittadini stranieri non in regola”. In sostanza, le navi umanitarie violano le norme nazionali ed europee in materia di sorveglianza delle frontiere marittime e di contrasto all’immigrazione illegale. Quest’ultima, al contrario, sarebbe anzi favorita. E’ convinzione del Ministero dell’Interno che i trafficanti sfruttino l’attività delle navi umanitarie, non autorizzate per la seconda parte del viaggio, fino alle coste italiane. In sostanza, una realtà si poggia all’altra ed entrambe si spalleggiano a vicenda.

Le Ong accrescono il pericolo di situazioni di rischio per la vita umana in mare e determinino la violazione delle norme”, sostiene Salvini. Ma ora a questo rischio se ne aggiungerebbe un altro: il rischio derivante dalla guerra civile è che possano entrare in Italia “soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Le Ong devono quindi attenersi “alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati per la citata attività”. Nello specifico, la Mare Jonio dovrà “rispettare le “prerogative di coordinamento delle Autorità straniere legittimamente titolate e coordinare le operazioni di soccorso in mare nelle proprie acque di responsabilità”. Non potrà quindi opporsi alla vigente normativa nazionale ed internazionale in materia di soccorso in mare e di immigrazione.

Chiara Feleppa

Fonti: Adnkronos, Ministero dell’Interno

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