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Gilet Gialli, ancora scontri: neanche i francesi vogliono più Macron

Il 19esimo atto della protesta dei Gilet Gialli ha creato disagi in tutta la Francia, specie a Nizza e a Parigi. La protesta non si ferma e le Europee si avvicinano sempre di più.

Chi credeva che il movimento dei Gilet Gialli avrebbe avuto vita breve, ha dovuto presto ricredersi. La Francia è infestata, invasa, e bloccata dalla protesta che ormai da mesi va avanti senza interruzione. Domenica 24 marzo è stato il 19esimo atto della protesta, in vista della quale era scattato l’allarme sicurezza, con lo schieramento, a Parigi, dei militari lungo le strade per evitare bagni di sangue. Circa 7mila soldati, di cui 3.500 nella Capitale, hanno presidiato luoghi simbolo e istituzionali. Le misure di sicurezza attivate per evitare i risvolti disastrosi dell’atto XVIII – che sabato 16 marzo era stato caratterizzato da una furia sugli Champs-Elysees – hanno tenuto a bada i manifestanti. Delle circa 40.500 persone che sono scese a protestare in tutto il territorio francese, 5mila erano nella Ville Lumière.

Parigi è stata così blindata da furgoni, veicoli e cannoni ad acqua. A nessun manifestante è stato permesso entrare nel perimetro che include l’Eliseo e l’Assemblea nazionale: i Gilet si sono quindi riversati a Place Trocadero – vicino la Tour Eiffel – e a Denfert-Rochereau. Uno scontro meno acceso dei precedenti, e a confermarlo sono anche i numeri: 96 persone sono state fermate e 53 multate, un dato certamente inferiore di quello dell’atto 18esimo, quando gli arresti avevano superato i 200.

Scontri con la polizia sono scoppiati anche a Montpellier, dove hanno sfilato circa 4.500 persone. I fermi sono stati 9 ed una persona e due poliziotti sono rimasti feriti. Ma se a Nord la situazione è rimasta mediamente tranquilla, è a Sud, in Costa Azzurra, che lo scontro si è acceso in maniera più forte, nonostante l’arrivo del Presidente cinese Xi Jinpingi e nonostante sia stato varato il divieto di manifestare in alcuni luoghi. I Gilet si sono concentrati a Place Garibaldi, poco distante da Place Massèna, cuore della cittadina nizzarda. La Polizia ha in un primo momento invitato i manifestanti a lasciare la piazza, poi è passata allo sgombero, durato pochi minuti. A Gare Thiers, zona stazione, lo scontro si è acceso e le Forze dell’ordine hanno risposto con gas lacrimogeni e granate.

Genevieve Legay, una donna di 73 anni, è rimasta gravemente ferita alla testa cadendo a terra, riportando diversi traumi. Ed è a questa donna che il Presidente francese Emmanuel Macron – a Nizza per l’incontro con il Presidente cinese – ha augurato “una pronta guarigione e forse una forma di saggezza“. Il Presidente è poi tornato sui suoi passi, e alla stampa ha detto: “Le auguro di ristabilirsi al più presto e di uscire dall’ospedale, ma per essere tranquilli, bisogna avere un comportamento responsabile. Quando si è fragili e ci si può far spintonare, non si va nei luoghi dichiarati vietati”, ha detto Macron cercando di spiegare la sua frase che non è di certo passata inosservata, come riportato dall’Ansa.

Gilet Galli e il M5S

Se la protesta ha avuto tinte meno forti, resta comunque chiaro ormai che i Francesi mal tollerano Macron, dal quale fanno fatica a sentirsi rappresentati. E neanche in Italia il Presidente riesce meglio a cavarsela. Intanto, però, la crisi del M5S potrebbe evitare alcuni accordi che metterebbero ancora più a rischio il suo ruolo in vista delle Europee.

Infatti, il M5S è in crisi e sembra cadere a poco a poco, stando ai segnali che emergono dalle Elezioni regionali e alle voci critiche che accusano il Movimento di non essere schierato realmente né da una parte, né dall’altra. Sembrano svanire pertanto eventuali accordi tra il movimento francese e quello italiano, di cui si era parlato mesi fa. Fu il Vicepremier Luigi Di Maio, all’ottavo atto di protesta, sul Blog delle Stelle, ad esprimersi appoggiando i Gilet.Siamo pronti a darvi il sostegno di cui avete bisogno”, scrisse il Vicepremier, dopo l’incontro con alcuni del M5S per preparare una campagna elettorale europea incentrata su una lotta più che su un piano di governo, come riportato da Avvenire.

Si trovò d’accordo con lui anche il Vicepremier Matteo Salvini, che diede “sostegno ai cittadini per bene che protestano contro un Presidente che governa contro il suo popolo ma assoluta condanna di ogni episodio di violenza”. L’appoggio dell’Italia al movimento di protesta scatenò l’ira furiosa di Parigi, come riportato da Agi. Il Ministro francese degli Affari UE, Nathalie Loiseau, si espresse senza mezzi termini: “Che i signori Salvini e Di Maio imparino a fare piazza pulita davanti alla loro porta. Ogni Governo ha la priorità di occuparsi del benessere dei suoi cittadini, perciò penso che la priorità del governo italiano sia di occuparsi del benessere degli italiani“.

Roma e Parigi si mal sopportano da tempo, specie dopo lo scontro diplomatico apertosi di recente con il richiamo di Macron dell’ambasciatore francese a Roma Christian Masset. Intanto, le Europee sono sempre più alle porte e i Gilet potrebbero ancora determinare un cambiamento dell’ago della bilancia, facendolo pendere a sinistra. L’apertura ai Gilet gialli da parte del pentastellato si spiegava con l’obiettivo di creare un’alleanza tra il M5S il movimento rivoluzionario, animato dalle stesse istanze che guidava il Movimento delle stelle agli esordi. Una proposta di accordo tecnico-politico avrebbe potuto costituire un vero e proprio fronte anti-Macron, costituito dai Gilet e dal M5S, che avrebbe minato al contempo anche l’asse di destra di Marine Le Pen.

Ma l’accordo vacilla, ormai, e l’alleanza appare lontana. Di fatto, se l’apertura alla protesta francese era stato visto come il primo atto ufficiale della campagna europea, il tutto va riconsiderato oggi, alla luce del fatto che il Movimento sembra perdere potere, andando di pari passo con il declino del PD, nonostante gli sforzi del neosegretario Nicola Zingaretti e le speranze dell’ex Premier Romano Prodi. Ma la notizia non è certo positiva per Macron: il suo declino, in vista delle Europee, è già scritto.

Chiara Feleppa

Fonti: Ansa, Agi, Avvenire

 

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Chiara Feleppa

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