Mamma picchiata dalla maestra, Salvini: “Più educazione nelle scuole”

Anna Pignotti è la mamma di Antonio, un bimbo di sei anni spinto e picchiato dalla sua maestra. Lei, a sua volta, è stata aggredita dal marito della docente dalla quale si era recata per chiedere spiegazioni.

Picchiata dal marito della maestra - Leggilo

“Sono delusa e arrabbiatissima”, queste le parole di Anna Pignotti, una giovane mamma che ha denunciato l’insegnante di scuola di suo figlio Antonio. Il bimbo ha sei anni e frequenta la prima elementare dell’Istituto Comprensivo Campo del Moroncino Umberto I, nei pressi di Piazza Guglielmo Pepe, a Napoli. Anna è stata aggredita dal marito di una docente dalla quale si era recata per avere spiegazioni su un maltrattamento che Antonio avrebbe ricevuto dalla sua insegnante. Quest’ultima lo avrebbe spinto nel corridoio della scuola fino a farlo cadere per terra. Poi, gli avrebbe tirato due schiaffi.

La madre di Antonio, informata da una testimone di quanto successo, dopo due giorni si è recata a scuola a parlare con la docente, ma ha trovato ad attenderla il marito dell’insegnante che l’ha aggredita, come riportato da Repubblica. Anna ha riportato graffi, ferite multiple al collo e al viso e solo a quel punto ha deciso di denunciare tutto alle Forze dell’Ordine. Ma la versione della maestra è discordante: sarebbe stata la madre del piccolo a tentare di aggredire la docente, e il marito sarebbe intervenuto in difesa della moglie. E’ partita un’indagine interna per accertare la dinamica dei fatti mentre la maestra di matematica ha richiesto un periodo di malattia.

“I bimbi non devono essere trattati così. Devono essere tutelati. Noi mamme, tutte, siamo stanche di questi comportamenti. Se portiamo i nostri figli a scuola è perché pensiamo che sia un ambiente protetto e vogliamo stare tranquille”, ha detto Anna Pignotti intervistata da Barbara d’Urso, a Pomeriggio 5, qualche giorno fa. Ora, Antonio è spaventatissimo e non vuole più andare a scuola.  Intanto, il panico si è diffuso anche tra molti altri genitori, preoccupati che quanto accaduto possa ripetersi.

Qualche giorno fa, tra l’altro, il Vicepremier Matteo Salvini ha rilanciato la sua idea, già ribadita in passato, di volter rintrodurre nelle scuole l’educazione civica per riavere tra i banchi maggiore rispetto. “Dalla scuola bisogna ripartire, mettendo al centro l’educazione. Io, quando leggo dei genitori che aggrediscono gli insegnanti per i brutti voti, penso che bisognerebbe dare due schiaffoni ai genitori, non ai bambini. Ma anche viceversa”, ha detto Salvini, come riportato dall’Adnkronos. Le sue parole, in questo caso, calzano a pennello.

Telecamere negli istituti, il PD si oppone

La vicenda riporta alla luce la querelle, di qualche tempo fa, che si era accesa tra Stefano Zanzola – consigliere provinciale PD e Sindaco di San Nazzaro Sesia, provincia di Novara – e Ivan De Grandis, anche lui consigliere provinciale di Novara ma schierato con Fratelli d’Italia. Quest’ultimo aveva insistito più volte, in Consiglio, sulla necessità di spingere la Regione affinché si attivi per favorire, anche attraverso l’erogazione di contributi, l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso nei nidi, nelle scuole d’infanzia pubbliche e paritarie, e negli istituti per anziani e disabili operanti sul territorio regionale. Lo scopo è di migliorare i livelli di sicurezza e qualità nell’erogazione dei servizi offerti e di prevenire abusi e maltrattamenti, evitare cioè, casi come quello di questa mamma e di suo figlio Antonio.

Ma De Grandis ha incontrato l’opposizione di Zanzola, come riportato da Il Secolo d’Italia, che ha parlato di un alto livello di stress che investe chi compie questi atti. “Chi mette le mani addosso a un disabile o a un bambino non sarebbe un individuo che si comporta in modo bestiale e intollerabile, ma una persona sovraccaricata di lavoro e stressata che la Regione dovrebbe indennizzare con qualche corso di formazione in più”, ha detto l’esponente PD. Un intervento surreale che non ha motivazioni logiche, ha fatto notare a sua volta De Grandis. La sua proposta trovò molti consensi, sia da parte di Fratelli d’Italia – che aveva già presentato un disegno di Legge in proposito di sicurezza e telecamere nel 2016 – che della Lega, nel tentativo di mettere fine agli abusi che troppo spesso si annidano in questi istituti.

Fonti: Il Secolo d’Italia, Adnkronos, Pomeriggio 5, Repubblica

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