Il Giudice conferma l’arresto per mamma e papà Renzi

Niente da fare. Gridare alla persecuzione politica, e dopo stemperare i toni, non è bastato. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze ha accolto le richieste dell’accusa decidendo di non revocare gli arresti domiciliari per il padre la madre dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono stati decisi per il pericolo di reiterazione del reato.

Genitori Renzi, arresto confermato - Leggilo

La richiesta  di revoca della misura cautelare era arrivata a margine dell’interrogatorio di garanzia da parte del legale della coppia per il quale era evidente  “la totale insussistenza delle esigenze cautelari”. Per la Procura invece sussiste il rischio che la società Eventi6 possa avvalersi di altre cooperative. Ma, secondo il legale dei coniugi Renzi “questo rischio si azzera nel momento stesso in cui si dismette la carica di amministratore della società Eventi6 e nel momento stesso nel quale il maggior cliente di Eventi6 ha disdetto il contratto il 31 dicembre 2018“. Motivazioni che sono stati ritenute non bastevoli dal Giudice.

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Tiziano Renzi e Laura Bovoli rimarranno quindi ai domiciliari. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi, ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare che era stata avanzata dal legale. I due sono accusati di bancarotta e false fatturazioni nell’ambito di un’inchiesta della procura di Firenze, in merito al fallimento di alcune cooperative collegate alla loro azienda di famiglia, la Eventi 6. I genitori dell’ex presidente del Consiglio sono ai domiciliari dal 18 febbraio scorso. Nell’ambito della stessa inchiesta è finito ai domiciliari l’imprenditore Mariano Massone. Gli indagati sono, in tutto, 18, come riportato da Il Corriere della Sera.

E Matteo? Soffre “Come uomo e come figlio. Ma sono un rappresentante delle istituzioni. Abbiamo sempre detto che noi crediamo nella Giustizia, che non si fa sui social“. Perfetta come idea. Peccato per i videomessaggi velenosi dell’ex Ministro Maria Elena Boschi, proprio sui social, dove infieriva sulle vicissitudini dei Di Maio, di ben minore caratura rispetto alle accuse contro i Renzi. E diceva che “Luigi” non poteva “non sapere”. E peccato per quelle dirette FB dove il buon Matteo, garantista, si accodava all’amica Maria Elena e picchiva duro, anche lui contro Di Maio senior e  figlio. Passano poche settimane e l’ex presidente dimentica quei piccoli processi sommari sui social. Cose che capitano.

Durante la discussione in Senato sull’approvazione del decreto riguardante Quota Cento ed il Reddito di Cittadinanza l’ex premier ha chiesto alla Presidente Casellati di essere più dura nel gestire l’aula del Senato riferendosi ai modi e alle parole del senatore Giarrusso il quale, durante le votazione che sancì il diniego per la’utorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini mimò il gesto delle manette alludendo ai Renzi. Il senatore aveva da poco avuto la notizia dell’arresto dei genitori. Non contento Giarrusso parlando con Giuseppe Cruciani a La Zanzara aveva detto: “Renzi è da impiccare“. Il diretto interessato non dimentica: “Non vi potete permettere” dice in Senato rivolgendosi alle opposizioni “di avere tra le vostre file non solo chi mima le manette ma chi va dicendo che un senatore deve essere impiccato” . Sul account Twitter l’ex premier aveva scitto: “Penso che siamo oltre la barbarie. E stupisce che nessuno intervenga su questa frase allucinante. Se pensano di farmi paura, hanno sbagliato bersaglio“.

Ma l’invettiva migliore è contro il Governo. Renzi afferma il fallimento del Decreto Dignità che non avrebbe prodotto posti di lavoro – in realtà il dato è più controverso –  e affermando che i provvedimenti simbolo della Maggiornza – nello specifico il Reddito e Quota 100  sarebbero l’anticamera del disastro: “Così non fate paura a noi. Spaventate i mercati e fate paura agli italiani” . Quindi Renzi in quanto italiano, ha paura dei mercati. Ma forse ha paura anche per le questioni familiari: suvvia, la racconti tutta una buona volta. Perchè se il futuro del Paese è incerto, un’eventuale condanna dei suoi genitori renderebbe non meno incerto il suo futuro politico. E sarebbe un peccato rinunciare a Matteo. Perchè la sua avventura politica è emblematica ed è un monito, nel bene e nel male. Si spera che resti il più possibile a ricordarcelo, anche se dubitiamo lui possa comprenderla. E comprendere sè stesso.

Alessandro Signorini

Fonti: Facebook Antonino Gaspare Cuzzola, Twitter Matteo Renzi, Il Corriere della Sera

 

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