Matteo Renzi, arrestati i genitori per bancarotta e false fatturazioni

Un colpo mortale per Matteo Renzi: il padre Tiziano e la moglie Laura Bovoli  sono  da quale ora agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.

“Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto”. E’ stato il commento del figlio, ex Presidente del Consiglio

. La notizia è stata confermata dall’agenzia Ansa, dopo l’anticipazione del Corriere della Sera. La misura cautelare è stata applicata nell’ambito dell’inchiesta per il fallimento di tre cooperative. Si tratta di aziende collegate alla società di famiglia “Eventi 6“. Arrestato anche il vicepresidente di una delle cooperative Gian Franco Massone. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Firenze ed eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo toscano. Secondo il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo c’era rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Sempre stando a quanto riportato dal Corriere, sono indagate anche altre 5 persone. Tra queste c’è Roberto Bargilli, che divenne famoso nel 2012 per aver guidato il camper di Renzi durante le primarie 2012.

Secondo quanto emerso dall’indagine, condotta dal procuratore Creazzo, dall’aggiunto Luca Turco e dal pubblico ministero Christine Von Borries, i genitori dell’ex premier avrebbero provocato “dolosamente” il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse ricavando così in maniera illecita svariati milioni di euro. Sono appunto aziende collegate alla “Eventi 6”, la società della famiglia Renzi. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all’interno di una delle società e, dall’altro, un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013.

Fonti: Ansa, Il Corriere della Sera

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