Bandiere francesi del PD e Mattarella chiama Macron: la Francia è vicina

L’Università di Torino ha sventolato bandiera francese, schierandosi con la Francia sullo scontro diplomatico in atto tra Roma e Parigi

Una frattura che poteva essere insanabile, con il richiamo a Parigi dell’ambasciatore francese in Italia. E’ stato lo schiaffo di Macron in risposta all’incontro tra il vicepremier Luigi Di Maio ed uno dei leader dei Gilet Gialli. L’Opposizione si è schierata ccon la Francia:  bandiere francesi apparse ovunque e il Colle che taceva, come riportato da Il Corriere della Sera.

Eliseo Quirinale, asse contro il Governo - Leggilo

Ma alla fine qualcosa si sta muovendo, dalle parti del Colle, e per qualcuno non è una buona notizia: per Luigi Di Maio e Matteo Salvini in particolare.  Sergio Mattarella sta diventando il riferimento dei leader internazionali prima ancora del premier Giuseppe Conte umiliato un paio di giorni fa da molti deputati del Parlamento europeo. La mossa tra l’Eliseo ed il Quirinale, nelle stesse ore in cui a Bruxelles si rivolgevano al premier italiano come fosse uno qualsiasi  fa pensare che, dietro le quinte, stanno costruendo la rete della “nuova” Unione europea dopo le elezioni di Maggio. E intanto, sembra dire, il presidente Emmanuel Macron, è meglio scavalcare “quei due” affidarsi al Quirinale.

Torino, l'Università sta con la Francia

Pare che l’occupazione di Torino del lontano 1500 da parte francese abbia lasciato il segno. Tant’è che, vuoi la storia, vuoi la vicinanza, vuoi l’economia, il Piemonte pare essere amico stretto della Francia. Specie ora che nello scontro diplomatico aperto tra Italia e Francia, dopo la decisione di Macron di richiamare l’ambasciatore francese a Roma, alcune cittadine della regione sembrano schierarsi con i francesi, voltandoci la faccia. Cosa che, per intenderci, in Francia non accadrebbe mai. Perché se c’è una cosa che va riconosciuta è proprio lo spirito di coesione tra francesi e francesi.Macron non avrebbe mai un problema del genere. Le discussioni restano in casa

Dopo che Alessandro Borghi, il Primo Cittadino di Cuneo, ha esposto dal municipio la bandiera francese, salvo poi toglierla, anche Torino ha seguito l’esempio. La bandiera francese è comparsa dalla finestra del rettorato dell’Università di Torino. “Vorrei vederne mille alle finestre“, ha detto il rettore Gianmaria Ajani. Nelle stesse ore a Torino si svolgeva un incontro con i rettori di Oltralpe per un progetto di creazione di un’ università europea, a confermare il legame sempre più forte tra le due parti. “La collaborazione dell’Ateneo con le università transalpine è da tempo consolidata, inoltre il capoluogo piemontese è storicamente francofilo. Torino ha bisogno di una connessione con la Francia sia culturale sia logistica”, ha commentato il Rettore.

Come se poi, la città non stesse in Italia, e non avrebbe quindi un rapporto consolidato con i propri confini. L’Università di Torino è, tra l’altro, un organo dello Stato italiano, non di quello francese. Il rapporto tra Roma e Parigi è ormai teso, e l’esposizione di bandiera ha un solo significato: vuol dire schierarsi dalla parte di quelli che per noi, ora, sono nemici. Note dal Quirinale nessuna? Il pensiero deve essere stato all’unisono con sindaci e rettori: ripristinare al più presto i rapporti con la Francia.

Ma il voltafaccia pare essere un abitudine e a dare l’esempio è stato proprio Matteo Renzi, che ha posto sull’account Twitter del PD la bandierina francese, spuntata tra quella dell’Unione Europea e dell’Italia. Ad accanirsi contro la posizione presa da Torino è stata la deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montarauli, appoggiata dal dirigente nazionale Maurizio Marrone: “C’è solo un tricolore che può sventolore dai balconi dell’Ateneo di Torino ed è quelli italiano. Stupisce che proprio dall’Università si dia seguito all’iniziativa demenziale del Sindaco di Cuneo”, hanno detto i due.

Intanto, con il Pd, che lancia segnali a Parigi e a Bruxelles telefonata Macron-Mattarella c’è la singolare circostanza che la telefonata sia stata resa nota da un comunicato del Quirinale. Un Conte quindi scavalcato “pubblicamente”. L’asse  diplomatico qunque non è Eliseo-Palazzo Chigi. Quali frutti porterà lo vedremo presto. E, c’è da scommettersi per il Governo saranno frutti avvelenati.

Fonte: Il Corriere della Sera

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