Un’eredità di 800 milioni di lire: ma vale carta straccia

Unici nelle scelte peggiori. Siamo gli unici in Europa a non poter cambiare le vecchie lire.

Mario Monti la lira e l'euro: un'eredità diventa carta straccia - Leggilo

Si possono cambiare le vecchie lire in euro? La risposta e no, non si può, nonostante alcune stime dicano che ancora ci sono circa dieci miliardi delle vecchie lire in circolazione. In Italia non è più possibile cambiarle in euro. Di conseguenza chi possiede quei dieci miliardi di lire, possiede solo un notevole quantitativo di carta che vale tanto quanto pesa. Praticamente nulla.

E’ il caso della signora Carla Ferrari, veronese di origine ma emigrata da diversi anni a Parigi che, quasi per caso, si è imbattuta in una vera “fortuna” di famiglia della quale ignorava l’esistenza. Aprendo una vecchia cassetta di sicurezza del defunto padre la signora Carla ha scoperto di possedere un tesoro equivalente a 800 milioni di lire italiane e 3 mila franchi francesi che il genitore aveva custodito per anni senza dir nulla a nessuno, come riportato da Il Messaggero.

La cassetta di sicurezza era in una filiale della BNP Paribas a Parigi. La signora Ferrari non ha avuto problemi a cambiare i 3000 franchi francesi in euro. Non è andata così in Banca D’Italia dove la signora Ferrari si è sentita rispondere che non sarebbe stato possibile effettuare il cambio.

Nel 2011, il Decreto “Salva Italia” del Governo Monti aveva stabilito la decadenza immediata del cambio della lira in euro, fissando al dicembre 2011 la prescrizione della lira originariamente fissata al 28 febbraio 2012. Una norma concepita esclusivamente a favore dell’Erario Tuttavia una sentenza della Corte Costituzionale ne aveva impedito l’attuazione, stabilendo che la prescrizione anticipata voluta dal Governo Monti fosse illegittima. La consulta affermò che essendo trascorsi 9 anni e 9 mesi dalla pubblicazione della legge che stabiliva in 10 anni il limite di tempo entro il quale effettuare il cambio delle lire, i risparmiatori erano legittimati a pensare di avere ancora tre mesi di tempo.

Tuttavia in tema, rimane vigente un norma, espremamente preclusiva: solo coloro che hanno presentato domanda tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012 hanno diritto ad esigere il cambio delle vecchie lire in euro. Un amara sorpresa per la signora Carla che tuttavia non si è persa d’animo ed ha deciso di adire alle vie legali.

A questo punto e d’obbligo far notare che l’Italia è l’unico paese europeo in cui non è più possibile cambiare il vecchio conio. Infatti nella totalità dei paesi dell’Unione la decorrenza della prescrizione decorre dal momento che il soggetto prende conoscenza del possesso del vecchio conio. Nel caso della signora Carla Ferrari tale decorrenza è iniziata nel momento stesso dell’apertura della cassetta di sicurezza con il tesoretto nascosto del padre defunto. In un qualsiasi altro Paese lei, per i successivi dieci anni, avrebbe la possibilità di effettuare il cambio in euro, come riportato dall’Adnkronos.

Stessa cosa capitò l’anno scorso a Gabriele Costa 40 anni impiegato delle poste. L’adorata zia Eleonora Marchetti, funzionaria dell’Agenzia dell’Entrate prima a Reggio, poi a Milano e Roma, muore all’età di 78 anni. Da lei Gabriele ha ereditato un miliardo di lire. Per la Bankitalia si tratta solamente di carta straccia. Un anno fa accade quello che potrebbe cambiargli la vita. La storia di Gabriele Costa sembra incredibile, ma è tutto vero. Gabriele Costa ha deciso di combattere: si è rivolto alla Fondazione Italiana Risparmiatori che si occupa proprio di queste controversie ed ha proposto ricorso.

«Se è vero infatti che era stato stabilito un termine decennale – illustra Roberto Iannuzzi dell’associazione – ovvero dall’entrata in vigore dell’Euro, nel 2002, dunque fino al 2012 utile per il cambio lire-euro, è altrettanto vero come sostiene ampiamente la giurisprudenza che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto. Quindi in questo caso, i dieci anni devono decorrere dal giorno del ritrovamento dei soldi, ossìa ottobre scorso». La speranza è che riesca come minimo ad ottenere una transazione di parte del Tesoro. Per essere almeno fortunato a metà, almeno. A questo la palla passa ai giudici, a noi non resta che aspettare.

Alessandro Signorini

Fonti: Il Messaggero, Adnkronos

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