Adriano Celentano, venti milioni di euro buttati: litigi e polemiche

Adriano Celentano è stato pizzicato da Oggi in una Mercedes 6000 di cilindrata degli anni novanta, che inquina tantissimo – quattro chilometri al litro. Ironie per il suo show… andato non proprio benissimo.

Adriano celentano show

Gennaio è il mese del giorno della memoria, dell’Epifania, del ritorno a scuola dopo le vacanze. E poi, da quest’anno, è anche il mese della messa in onda dello show di Celentano. Data indimenticabile, se non altro perché ognuno di noi si ritroverà con una capacità uditiva ridotta. Da un po’ di tempo – solo qualche mese, ad ogni pausa tra i programmi – va in onda la pubblicità dello show di Celentano e ogni volta che abbiamo la Tv accesa e la sentiamo per caso, mentre facciamo altre cose, rischiamo di prenderci un infarto. Il volume è così alto che potrebbe svegliarci dal sonno come fosse una sveglia. Poi, dopo essere rimasti sordi, ma non ancora ciechi, ci giriamo e lo vediamo mentre molleggia dietro una cinepresa, con le labbra serrate, gli occhi sbarrati, mentre canticchia. Tutto questo, mentre ci rintrona un timpano, e pure l’altro.

Ma il volume così alto della pubblicità è stata solo la prima critica dello show. Show che, ricordiamolo, si chiama Adrian. Come Adriano ma senza la “o”, per farlo più americano. Adrian, in prima serata, scritto e diretto da Adriano Celentano. Ve lo immaginate? Uno che a più di ottant’anni scrive e manda in onda un fumetto incentrato su se stesso, con lui al centro in veste di eroe, come protagonista principale. Dicono che è un megalomane e con un’alta considerazione di sé. Buona la prima, viene da pensare. Del resto è un’artista e tutti gli artisti sono strani. Ma con “Adrian” si è superato.

Ma, critiche a parte, lo show va in onda. Uno show a metà tra il fumetto e lui che appare per presentarlo dal teatro Camploy di Verona, salvo poi lasciare tutto e andarsene. Sul palco, all’apertura, c’è una band diretta dal maestro Celso Valli, una casa identificata come “dogana” e sullo sfondo una sorta di arca. Intervengono a caso Natalino Balasso, Nino Frassica e Francesco Scali. Poi chiamano “Adrian”, e lui compare, dopo aver finto di non uscire in scena, e dice che alcune cose dello show vanno cambiate. Tipo Pirandello e i sei personaggi in cerca d’autore, ma forse il paragone è azzardato.

Poi, in onda il cartone, il fumetto, il documentario politico, di cui si salvano solo i disegni di Milo Manara, fumettista hard per eccellenza. Ma lo show non decolla, Claudia Mori è l’unica che funziona, ma il problema è l’alter ego di Celentano. Lui, disegnato, pieno di addominali, una sorta di eroe che vuole combattere il male, e il male è il potere che utilizza metodi poco ortodossi per arrivare a un’omologazione del popolo. Che novità. Con lui, nel fumetto, l’eroina Gilda , la femme fatal, – e se Adrian fa americano, Gilda sembra più il nome di una sorellastra cattiva – che l’aiuta a combattere. E poi, temi scontati che non lasciano niente di nuovo: la politica, la violenza sulle donne, la libertà, le disuguaglianze, l’ amore, il benessere del pianeta.

Il 2068, anno in cui è ambientato, sembra essere uguale a questo e speriamo davvero che non sia così. Speriamo che si possa smettere di masticare le solite quattro cose e sentircele rifilare ovunque, in qualsiasi posto, anche in un fumetto. Insomma, il problema è che se uno facesse il suo mestiere questi intoppi non ci sarebbero. Ma se tu sai cantare, Adriano, e ti metti a fare lo sceneggiatore, e non lo sai fare, fai una figuraccia. Se poi contratti con Mediaset per farci fuori le orecchie ti si prende già sulle scatole ancor prima di vederti. Nelle polemiche che ti vedono in dissapori con Mediaset, non ci entro perché non si è capito un granché, e mi sorge il dubbio che non siano neanche vere ma solo meccanismi per fare audience. Comunque, venti milioni di euro – il costo dello show – sarebbe stati meglio investirli in altro. In più, lo spettacolo è stato un flop e quasi tutti hanno cambiato canale, anche per il rischio di sentire un aumento di volume improvviso. Quel poco di udito che ci è rimasto preserviamolo. Comunque, la cosa più tremenda e che questa pubblicità la dobbiamo sorbire fino a Marzo. Altro che non succederà più. Celentano ci pagherà le spese mediche. Lui?

Il suo ego non verrà ridimensionato dall’insuccesso, ne siamo certi. E’ sopra tutto e tutti, Adriano: l’imperatore di sè stesso che può allontanarsi su un’auto oblsoleta e super inquinante, dopo averci fatto la predica su Madre Natura.

Chiara Feleppa

Fonte: Oggi

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