Bambino da 48 ore nel pozzo, potrebbe essere morto

Una corsa contro il tempo per salvare il piccolo Yulen, di due anni, da più di 48 ore intrappolato in un pozzo. Il piccolo stava giocando con un amichetto in una proprietà di famiglia, a Totalán, vicino Malaga, in Spagna, quando è caduto in un pozzo prospezione largo 25 cm e profondo 110 metri. I soccorsi che lavorano giorno e notte da domenica per cercare di trarlo in salvo sperano di localizzarlo entro le prossime 24-48 ore, fa sapere il delegato del governo in Andaluca, Alfonso Rodriguez Gomez de Celis, secondo quanto riporta La Vanguardia.

Yulen Rocìo bimbo nel pozzo da Domenica

Le dimensioni ristrette del pozzo impediscono ai soccorritori di calarsi dentro. Vano anche il tentativo di estrarre il terreno franato a un’ottantina di metri nel condotto con una sonda robot con telecamere e pompe: la sonda è stata bloccata da un ‘tappo’ di materiale. La guardia civile, che coordina le operazioni, ha avviato un piano alternativo, scavando una galleria orizzontale, un ‘tunnel parallelo’ fra i 50 e gli 80 metri di lunghezza, per tentare di arrivare al piccolo, finora non localizzato. Per dare una mano nelle operazioni sono giunti anche otto specialisti della Brigata di Salvataggio nelle Miniere dalla regione delle Asturie, mobilitati dal ministero della Difesa.

Ma Yulen potrebbe essere morto. Il pianto labile che si sentiva all’inizio, ora non c’è più. Il bimbo è senza acqua, senza cibo, al freddo, e sicuramente ferito. Avrà paura, al buio, senza nessuno accanto. Fuori dal pozzo, la disperazione dei genitori, Vicky e José Rocìo, due ventenni di Malaga che nel 2017 hanno perso già un figlio. Si chiamava Oliver, aveva tre anni, e stava passeggiando con mamma e papà sulla spiaggia. Poi, un malore.

Intanto il papà del bambino ieri si è sfogato, dopo due giorni di disperati e vani tentativi di salvataggio: “Non ce l’ho con nessuno. So che dal primo all’ultimo tentano di aiutare, ma non vedo i mezzi che sarebbero necessari in questi momenti. Penso solo a tirare mio figlio fuori di là, e che mi dica papà”, ha detto. “Ci informano col contagocce. Tutto questo è durissimo, di una lentezza insopportabile. Quando vuole, il governo è molto rapido. Noi siamo morendo, con mia moglie siamo già morti. Non mi posso muovere da qui. E dove andrei? Sono già così lontano da mio figlio»”, dice tra le lacrime.

Non mancano le polemiche per “la mancanza di esperienza” e “le improvvisazioni” in un intervento in condizioni estreme. Il sindaco di Totalán, Miguel Angel Escao, ha riconosciuto la necessità di improvvisare sul terreno le varie soluzioni, tutt’ora inefficaci.

E’ una corsa contro il tempo che tiene tutti col fiato sospeso, come nell’1981, la vicenda di Alfredino Rampi tenne tutta Italia incollata alla tv. Alfredino cadde e morì in un pozzo, vicino Frascati,  dopo svariati tentativi di salvataggio, tutti mal riusciti.

Chiara Feleppa

Fonti: La Vanguardia, Agencia EFE

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