Aosta, bambini di 7 e 9 anni uccisi in casa

Una mamma di 48 anni ha ucciso le figlie di 7 e 9 anni e poi si è suicidata.

Chi scrive ricorda un episodio avvenuto quando aveva 12 anni: una mamma aveva portato le sue bambine in auto, forse aveva detto loro che sarebbero andate a fare una bella gita, e poi ad un certo punto la macchina ha tirato dritto ed è finita in un burrone. Riposano vicino al cimitero, ma mentre sulla tomba delle piccole – che all’epoca avevano pochi anni – c’è scritto “Il tuo papà”, sulla tomba della donna non c’è nulla, quasi a volerle ricordare anche da morta che non merita nessun pensiero.

Mamma uccide le figlie e poi si toglie la vita: ha lasciato due lettere

Quando avviene un infanticidio la colpa viene data tutta alla madre. Spesso si leggono sui social commenti del tipo “bastarda, poteva ammazzarsi lei e lasciare vivere i bambini”. Purtroppo i meccanismi sono molto più complessi di così e anche Marisa Charrère, la donna di 48 anni di Aymavilles – a pochi chilometri da Aosta – che ha ucciso le sue figlie e poi si è tolta la vita stava molto male, come riportato da Il Corriere della Sera. Non a caso avrebbe lasciato due lettere in cui spiegherebbe il gesto: la vita era insopportabile. E in certi frangenti, le azioni senza ritorno che si compiono sono in realtà perfettamente logiche: si è convinte che i figli saranno infelici, che finiranno male, che vivranno tra patimenti e sofferenze. E allora l’unico modo per “liberarli” è compiere un gesto estremo. Non si sa se sia questo il caso, sono solo supposizioni, visto che sarà la magistratura a capire cosa sia successo veramente.

Marisa faceva l’infermiera e ha preso dall’ospedale i farmaci con cui praticare l’iniezione fatale ai suoi bambini di 7 e 9 anni, Vivien e Nissen. Stando alle prime ricostruzione il veleno sarebbe il potassio, utilizzato negli Stati Uniti per le esecuzioni capitali. La conferma dell’esatta causa del decesso si saprà comunque solo dopo gli esami tossicologici da parte del medico legale Mirella Gherardi. I due bambini sono stati trovati morti nei loro letti, il corpo della donna, che dovrebbe esserci uccisa con una terza iniezione, è stata trovato allo stesso piano, riverso a terra in soggiorno. La polizia è stata avvertita dal marito, Osvaldo Empereur, agente del corpo forestale della Valle d’ Aosta, che dopo essere rientrato a casa attorno a mezzanotte, ha trovato i corpi della moglie e dei suoi bambini. I vicini hanno parlato di urla strazianti, come ha detto Simone Reitano: “Noi abitiamo sotto di loro, proprio a fianco alla madre di Marisa, abbiamo sentito intorno a mezzanotte le grida disperate del padre che rientrava a lavorare, nessuno si aspettava che potesse succedere una cosa così. Solo ieri avevo visto Marisa, era sorridente come sempre”. Gli fa eco la madre Rita: “Osvaldo, il marito, dopo essere entrato in casa, ha visto la scena e poi è uscito. Mi ha detto ‘Marisa, Marisa ha ammazzato i figli e si è ammazzata lei’ Non riuscivano a portarlo via”. Anche il sindaco Loredana Petey non sa spiegarsi il perché di questa tragedia: “Li ho visti l’ultima volta sabato scorso, per l’arrivo del nuovo parroco in paese. Sembrava assolutamente tutto in ordine. Mi ha chiamata questa notte il vicesindaco, avvisato da un vicino. È uno strazio. Sia Osvaldo sia Marisa erano molto conosciuti in paese, anche le loro due famiglie sono di qui. I loro bambini praticavano sci di fondo”.

Dopo la tragedia, Osvaldo Empereur, il marito di Marisa, è stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Aosta per una crisi di nervi; anche la madre della donna è stata ricoverata in ospedale per un malore. Pare che all’origine dell’angoscia di Marisa – che apparteneva ad una famiglia molto conosciuta in zona – fossero i due gravi lutti che l’avevano colpita: quando era giovane ha perso il padre in un incidente stradale e sempre per colpa di un incidente ha perso il fratello Paolo nell’inverno del 2000 mentre stava sgomberando la neve sulla strada regionale per Cogne.
Come dicevamo è ancora troppo presto per avere delle certezze, ma forse, visto che chi scrive ci è passata, questa donna aveva bisogno di aiuto, avrebbe dovuto andare in terapia. Magari ci andava e non è stato sufficiente, non lo sappiamo. Purtroppo ogni parola adesso è inutile.

Fonte: Il Corriere della Sera

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