Alessandro Scavone muore per salvare l’amico in trappola

Alessandro Scavone era andato ad aiutare un amico in difficoltà per il maltempo che imperversava in Sicilia. E’ stato travolto dal fiume esondato.

Dopo la famiglia di Palermo spazzata via dalla piena del fiume, c’è un altro morto di cui vogliamo parlare. Si chiamava Alessandro Scavone ed era molto conosciuto a Salemi, in provincia di Trapani, perché aveva ricoperto l’incarico di consigliere comunale nel Partito della Rivoluzione, la lista di Sgarbi che è stato sindaco della cittadina dal 2008 al 2012, come riportato da Il Corriere della Sera.

Alessandro Scavone: chi era 

Scavone, 44 anni, era un imprenditore agricolo, ma recentemente aveva anche acquistato una pompa di benzina Tamoil. Sabato sera, nel giorno della tragedia, era salito in macchina assieme ad un amico, Salvatore D’Amato, 20 anni, per andare a soccorrere una persona rimasta isolata proprio alla pompa di benzina. Purtroppo i due non hanno fatto i conti con il fiume San Leonardo che è esondato e li ha travolti e sulla statale  tra le province di Palermo e Agrigento. Il suo cadavere è stato trovato sotto il guardrail dai Vigili del Fuoco; l’amico invece si è salvato per miracolo ed è stato recuperato dai soccorritori dopo alcune ore.  Proprio a gennaio, Scavone era stato intervistato dal Tg regionale per via dei problemi alla viabilità sulla strada Palermo Agrigento, per via dei cantieri eterni della ss 121.

A Salemi è stato proclamato il lutto nazionale. Ha detto il sindaco Domenico Venuti: “Questa è una tragedia spaventosa, Salemi perde un giovane conosciuto e stimato, che amava la vita e la sua città. Ci stringiamo attorno alla famiglia, colpita da questo grave lutto“. Anche lo stesso Sgarbi ha rilasciato un commento: “Apprendo la notizia con la tristezza di chi perde un vero amico. Ho sentito altre persone. E mi pare che si tratti davvero dell’atto eroico di chi rischia la propria vita per salvarne un’altra” E ancora: “Fu lui, Alessandro, a ‘costringermi’ a fare una seconda lista quando ci candidammo di nuovo per Salemi. Una lista senza agganci con forze locali”, ha ricordato l’ex primo cittadino.

Estroverso, con il padre Giuseppe preparò un libro ricco di foto su Salemi intitolato ‘Storia di un paese da Cicerone e Sgarbi’. Qualcuno sorriderà ma l’accostamento fra questi due ‘miti’ lo fecero davvero. E poi insieme padre e figlio fecero il vino dell’Unità chiamato ‘1860’, quello che donammo al presidente Napolitano quando venne in visita a Salemi… Tutti ricordi che tornano in mente in questo giorno di dolore che doveva essere un giorno di festa, di un nuovo incontro per tornare insieme nel Belice, a Gibellina”. E infine: mi rappresentava a Salemi con coraggio e pulizia, ordine e niente è più schifoso di infamare i giovani con una mafia che vuol dire che non si può fare nulla a Salemi”. Sgarbi fa riferimento ai fatti del 2012 quando il comune è stato sciolto per inquinamento mafioso.

Fonti: Il Corriere della Sera, Youtube Vittorio Sgarbi

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