Nave Diciotti, anche la Procura di Catania sconfessa l’indagine

Matteo Salvini nel fermare la Nave Diciotti espletava prerogative su proprie e stava tutelando l’interesse nazionale.

Dopo Palermo anche Catania si avvia a sconfessare l’azione penale intentata la scorsa estate dalla Procura di Agrigento contro il Ministro degli Interni Matteo Salvini per varie ipotesi di reato ravvisate nell’aver vietato lo sbarco dei migranti della Nave Diciotti.

Il Tribunale dei Ministri di Palermo, a cui la Procura di Agrigento aveva trasmesso gli atti per istituire il processo contro il vicepremier si era già espresso in maniera molto netta: “Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l’interesse nazionale” Un parere che pesava già come un macigno sull’esito della vicenda. Palermo tuttavia declinava la propria competenza a giudicare il caso in quanto la Diciotti è stata fermata quando l’imbarcazione era ancora in acque di competenza catanese. A valutare i comportamenti del Ministro doveva essere pertanto il Tribunale dei Ministri di Catania. E qui interviene la Procura di Catania che si muove in linea con la valutazione espressa dal Tribunale di Palermo. L’accusa ha infatti formulato la richiesta di archiviazione nei confronti di Salvini per la vicenda della Diciotti. Al momento l’eventualità che la richiesta di archiviazione venga rifiutata e si vada a processo sono  quasi inesistenti. Della richiesta di archiviazione ne ha dato notizia lo stesso Ministro dell’Interno Matteo Salvini in una diretta Facebook nel corso della quale ha aperto in diretta la comunicazione della Procura di Catania.



Quanto si è pagato per quest’inchiesta? Quanti uomini sono stati impiegati?
“, si è chiesto il ministro dell’interno annunciando la richiesta di archiviazione della Procura. “Sono innocente – ha aggiunto – potevo e dovevo bloccare gli immigrati”.
Fonti: Facebook Matteo Salvini, Repubblica

 

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