La pagina di quaderno di un alunno della prima media bolognese è rimbalzata su tutti i social. Il motivo di tanta “arrabbiatura” (per non dire altro) è un compito che sarebbe stato affidato agli alunni in cui si pone una domanda: “Come facciamo a cacciare Salvini?”
La Lega ha già bollato questo episodio come “inaccettabile”. Dapprima era stato il post di un genitore sui social a far scoppiare la polemica e appunto la vicenda è diventata di rilevanza nazionale. Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha chiesto all’Usr di avviare una ispezione. Persino lo stesso Salvini ha risposto tramite social: “A Castel del Rio, Bologna, una insegnante di italiano delle medie avrebbe chiesto agli studenti: “Come facciamo a cacciare Salvini?”.
Accomunato a inquinamento, desertificazione, guerra e malattie…
Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo”.
A Castel del Rio, Bologna, una insegnante di italiano delle medie avrebbe chiesto agli studenti: “Come facciamo a cacciare Salvini?”.
Accomunato a inquinamento, desertificazione, guerra e malattie… 😟
Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo. pic.twitter.com/jvEoZmQFPH— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 26 settembre 2018
In realtà da quanto appurato non ci sarebbe stato alcun compito in classe, qui: lo afferma il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari, secondo cui il caso “non esiste nemmeno”. “Per precauzione ho chiesto sull’episodio una relazione scritta. Ma ho la percezione di una realtà che cerca l’esorbitanza, e che quando l’esorbitanza non c’è tende a costruirla“. E allora di cosa si tratterebbe visto che il foglio con questo testo c’è: “Si tratta della ‘bottega dei desideri’, una pratica didattica fatta all’inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere gli alunni agli insegnanti.
La “bottega” funziona così: ognuno esprime un desiderio e riporta sul quaderno quello degli altri; l’insegnante avrebbe detto di non trascrivere quello su Salvini, ma un alunno non deve averla ascoltata e così la frase è stata riportata. Una volta a casa un genitore ha visto il quaderno e ha dato l’avvio al polverone. “Non voglio fare polemica a tutti i costi”, ha dichiarato all’ANSA Daniele Marchetti, commissario provinciale della Lega, “sicuramente il fatto così è meno grave del previsto“, ma “ci attiveremo ugualmente per chiedere che questi metodi educativi abbiano un minimo di attenzione in più”.