Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, difende i Rom: “Cose già viste”

La senatrice a vita Liliana Segre, nell’intervento salutato in Senato con l’appluso si tutte le forze politiche ha ricordato  di essere una «vecchia signora» che tra le poche «ancora in vita» a portare sul braccio «il numero di Auschwitz», di aver “conosciuto la condizione di clandestina e di richiedente asilo” e di rifiutarsi “di pensare che la nostra civiltà democratica sia sporcata da leggi speciali” nei confronti di Rom e Sinti e di tutti i popoli nomadi,anch’essi «vittime» dell’Olocausto, e di chi si trova ora nella condizione di clandestino.

Se accadrà mi opporrò con tutte le forze” ha promesso. E’ stato il momento più forte e significativo del dibbattito in Senato per la fiducia al Governo Conte. Al termine del suo intervento la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati l’ha ringraziata, come riportato da Adnkronos: «Grazie – ha detto – per la lezione di vita che ha voluto impartire oggi a tutti noi». Il premier Giuseppe Conte le ha dedicato un passaggio del suo discorso: «Un primo pensiero lo vorrei rivolgere alla senatrice Segre, ci siamo conosciuti l’altro giorno, e ci ha fatto un grande regalo perché ci ha restituito alla memoria una pagina molto dolorosa della nostra storia – ha detto – Il tempo trascorre ma non dobbiamo mai consentire l’oblio. Io ho un bambino di 11 anni e mi impegno sempre a trasmettergli questa memoria».

Matteo Salvini, dopo aver ascoltato il suo intervento, in sala stampa al Senato, ha commentato con poche parole: «La senatrice Segre teme leggi speciali contro Rom e Sinti? Paura infondata, mi basterebbe che rispettassero le leggi normali. Faremo di tutto per far rispettare quelle».

 

«Sento intorno a me delle cose che ho già vissuto», ha la senatrice intervistata da Radio Capital. «Sono stata una richiedente asilo, in Svizzera. Asilo negato», racconta Segre, «Avevo documenti falsi, cercavo di passare in Svizzera perché è chiaro che saremmo stati in salvo, ma gli svizzeri mi hanno respinto con mio papà e due vecchi cugini. Più tardi hanno deportato anche i miei nonni. Nessuno di noi aveva fatto nulla.  Siamo stati in carcere. E poi siamo stati deportati. In questo iter c’era qualche cosa che a distanza di tanti anni ho visto ripetersi». Ed ha aggiunto: «Rivedo l’osceno sospetto di chi fino ad adesso non ha osato e adesso osa».

«Capisco il punto di vista di un leghista che va al potere – ha setto la senatrice – si fa garante di un ordine che finora non c’è stato. Salvini, dal suo punto di vista, fa il suo mestiere». E la Segre è determinata a fare il proprio: ha annunciato che presenterà un disegno di legge «contro l’hate speech, il discorso dell’odio. Contro questo parlar d’odio gli uni contro gli altri. Per non lasciare che ci siano delle categorie odiate, verso le quali si dice tutto il male. E’ una legge per i diritti umani».

Sulle migrazioni odierne ha tuttavia ammesso: “«Questa emigrazione è completamente diversa. Noi fuggivamo perché sapevamo che saremmo stati deportati e uccisi. C’erano le leggi razziali, eravamo perseguitati da anni, cos’altro si poteva fare che cercare di fuggire?  Oggi ci sono analogie ma non sono situazioni uguali, a distanza di 80 anni. Questa emigrazione è un fenomeno enorme, una quantità di casi diversi, non si può generalizzare. Arrivano persone di tutti i tipi: chi scappa, chi vuole migliorare il proprio tenore di vita, bambini abbandonati da madri che sperano in un destino migliore”

Nonostante le differenze da lei stessa rimarcate la senatrice continua a mettere in guardia: “La mia mente torna a cose viste. Rivedo l’osceno sospetto di chi fino ad adesso non ha osato e adesso osa. E io non sono indifferente: la combatto, l’indifferenza, e continuerò a farlo finché vivo”.

Fonti: Adnkronos, Agenzia Vista

Impostazioni privacy