Pamela Mastropietro, parla la madre: “L’hanno fatta scappare”

Pamela Mastropietro
(Facebook)

Non riesce a rassegnarsi Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e fatta a pezzi dopo essere fuggita da una comunità di recupero nel maceratese. Ieri il tragico epilogo, con il fermo di un nigeriano, accusato del delitto. La madre della 18enne avrebbe accusato la comunità di recupero che ospitava la giovane: “Ho passato una vita a cercarla, non ci credo ancora, non può essere lei quella nella valigia, ma non dovevano farla scappare così, dovevano seguirla. Ora devo andare a Macerata, il mio unico pensiero è che non sia lei”. Invece quel corpo apparteneva proprio alla figlia, cresciuta nel quartiere San Giovanni, in pieno centro a Roma.

Una ragazza difficile, Pamela Mastropietro, come spiegano i suoi conoscenti e amici oggi a Il Messaggero: “Pamela era solo un po’ particolare, sempre un po’ pazzerella, fuori dagli schemi già da piccola ma buona, nessuno ha capito che chiedeva affetto, lo cercava ovunque in modo sbagliato” – sostiene Maria – “Aveva preso a frequentare giri sbagliati da un paio d’anni, quando la incontravo le dicevo di smetterla con la droga, le dicevo che se stai in certi giri o muori per un motivo o muori per un altro: cioè o ti fa secca qualcuno o ci rimani”. Un amico sottolinea: “Non si vedeva più in giro, poi quando l’ho incontrata sull’Appia era sciupata, bianca, con lo sguardo perso”.

Anche un’amica racconta un particolare del presente turbolento della giovane: “Mi disse che una mattina i carabinieri la trovarono distesa sulle scale della metro a piazza della Repubblica, sosteneva che qualcuno le avesse messo dentro l’alcol qualcosa”. Pamela Mastropietro era stata ricoverata in clinica a ottobre, era scappata. Per cinque lunghi giorni, l’hanno cercata. In quell’occasione, la madre scriveva: “Spero solo che capisca che la vita è un dono meraviglioso. Non vuoi farti vedere neanche da te stessa, dal tuo io più profondo che chiede gioia e felicità. Soffocano i pensieri, soffoca la speranza, soffocano gli occhi per le lacrime. Ti voglio e ti vorrò sempre bene”. Invece, è arrivata la nuova fuga, dalla comunità di recupero di Corridonia, pare per una sigaretta negata. Chi l’aveva in custodia si limita a dire: “Ha incontrato l’uomo nero”. Gli inquirenti che hanno trovato il cadavere fatto a pezzi sottolineano invece: “Mai vista tanta violenza”.

GM

Fonte: Il Messaggero

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