Fingere per sedurre una donna è violenza sessuale

Una recente sentenza della Cassazione, riportata da La Legge per tutti, ha messo in chiaro un aspetto particolare riguardante il reato di sostituzione di persona. Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte il reato non scatta solo quando qualcuno fa credere di essere un altro, ma anche quando si attribuisce delle qualità che non gli spettano. E se questa finzione è finalizzata a consumare un rapporto sessuale scatta il reato di violenza sessuale Chi finge per conquistare una donna rischia da 5 a 10 anni di carcere. L’esempio tipico riportato da numerose riviste giuridiche racconta di un dipendente di una grande azienda che finge di essere a capo del personale per conquistare una donna appena assunta. La promessa di un’eventuale promozione potrebbe attrarre la donna e convincerla ad accettare un invito a cena. Durante l’incontro, l’uomo inizia a ipotizzare per la donna una futura e gloriosa ascesa in società, vantandosi di ascendenti sui vertici che, invece, non ha affatto. Lei gli cede e i due vanno a letto. La donna dopo aver scoperto che l’uomo ha un ruolo completamente diverso, decide di denunciarlo. La Cassazione ricorda che il codice penale sanziona la violenza sessuale anche quando questa viene posta in essere tradendo in inganno la vittima per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Questo non significa solo far credere di essere una persona che non si è (Mario, ad esempio, spinge a credere di essere Giovanni), ma anche attribuirsi delle qualità o uno stato che non si ha. Difatti, il consenso al rapporto sessuale non deve coprire solo l’atto in sé ma anche l’identità della persona con cui lo si pone in essere. Vien da sé che se la persona è diversa (ipotesi di scambio fisico) o non ha le caratteristiche che la stessa ha fatto dolosamente credere all’altra con l’astuzia, non c’è alcun consenso da parte di quest’ultima. Pertanto scatta la violenza sessuale.

Fonte: La Legge per tutti

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