“Se il mio ragazzo mi picchia è perché me lo merito”. E la 18enne si toglie la vita

Il fidanzato la picchiava, ma lei non ha pensato neppure per un attimo che le sue violenze fossero ingiuste e censurabili. Anzi, i sensi di colpa per le sue presunte manchevolezze l’hanno divorata. E’ così che Emily Drouet, 18enne di Glasgow, in Scozia, ha deciso di togliersi la vita.

La vicenda risale a marzo del 2016, ma la terribile verità è emersa solo oggi. La giovane fu ritrovata senza vita nella stanza di un residence dell’università scozzese di Aberdeen. Alcune foto da lei inviate a un amico, nella quale appariva con il volto gonfio e arrossato, sono finite al centro delle indagini, avvalorando poi la tesi secondo cui il suo fidanzato era solito picchiarla. La ragazza avrebbe anche scritto alle sue amiche che quelle botte lei le meritava. “Tesoro, non te lo meriti, non stare da sola con lui, denuncialo alla polizia”, le avrebbe scritto una di loro. Ma lei aveva risposto convinta: “È colpa mia. L’ho fatto arrabbiare”. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori, Emily si sarebbe uccisa per il senso di colpa alimentato dagli abusi del fidanzato. Si era convinta di aver fatto qualcosa di sbagliato e di aver messo a repentaglio il rapporto con lui, Angus Milligan, 21 anni.

Quest’ultimo, studente come Emily, ha poi ammesso di averla picchiata ed è stato condannato per abusi. Ha già scontato 12 mesi in carcere e 180 ore di lavoro non retribuito. La famiglia della ragazza, come spiega il Guardian, ha voluto raccontare questa triste storia perché sia da esempio e monito per le giovani che si trovano nella stessa condizione di Emily, invitandole a ribellarsi e denunciare gli abusi, senza lasciarsi ingannare da presunti sensi di colpa: “Emily era una ragazza piena di vita, equilibrata, sempre di buon umore – ricorda la madre – . Il fatto che si sia ridotta a credere di essere responsabile delle violenze fisiche e psicologiche che ha sofferto dimostra quanto sia insidiosa e pericolosa la dinamica di queste relazioni”.

EDS

Fonte: Guardian

 

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