Giuseppe scopre di essere miliardario a 87 anni: “Giro con 10 euro in tasca, non è cambiato nulla”

Si scopre uno degli uomini più ricchi al mondo alla bellezza di 87 anni. Ma per lui i soldi sono solo uno strumento per aiutare chi ha bisogno.

Il denaro per Giuseppe, 87 anni e padre di tre figli, continua ad essere uno strumento per aiutare i bisognosi. E, nonostante, i miliardi posseduti, non gira mai con più di 10 euro in tasca.

Miliardario a 87 anni
Giuseppe Crippa/ archivio web-Leggilo

Lui è l’imprenditore lombardo Giuseppe Crippa, classe 1935. È diventato miliardario grazie alla sua Technoprobe, azienda di semiconduttori di Merate definita «un angolo di Silicon Valley alle porte di Milano». Il salto nell’olimpo dei più ricchi è arrivato lo scorso febbraio quando l’azienda – che vanta clienti come Apple e Samsung, 2300 dipendenti nel mondo e 3 centri di ricerca e sviluppo – è stata quotata in borsa. La quotazione si è rivelata subito un enorme successo: il prezzo per azione iniziale è salito subito da 5,7 euro a 7,3 euro e il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso. Questo ha reso Giuseppe Crippa – che aveva lasciato la carica di amministratore delegato nel 2017 e la guida dell’azienda ai tre figli –  una delle persone più ricche d’Italia. Ad oggi l’uomo vanta un patrimonio stimato di 3,7 miliardi di dollari, grazie alla sua quota del 75% della società. Eppure per Crippa il denaro non è mai stato al primo posto. “I soldi? Servono, quello sì. Ma per fare investimenti, ricerca, per aiutare chi è meno fortunato. In questo momento ho 10 euro in tasca. Non è cambiato assolutamente nulla”– le parole del miliardario.

La storia di Giuseppe Crippa 

Miliardario a 87 anni
L’azienda di Giuseppe Crippa/ archivio web-Leggilo

Giuseppe Crippa deve la sua fortuna al suo spirito imprenditoriale e alla passione per l’innovazione. Nel 1995, a 60 anni, ricevette, dopo anni da dipendente, una proposta di liquidazione dall’azienda STMicroelectronics. Non intendeva però fare il pensionato e decise, dunque, di avviare una sua società a Cernusco Lombardone dedicata al testing dei microchip. “Ho sempre avuto molta fantasia e amo la tecnologia. Mia mamma era una maestra, mio padre impiegato. Io l’ultimo di tre figli. Zio Giovanni faceva il falegname e mi coinvolgeva. Lo aiutavo a costruire mensole e mobili. Sono cresciuto durante la guerra. Ricordo quando cercavamo riparo dalle bombe in una buca nel terreno accanto a casa. Diplomato perito ho iniziato a lavorare nella società ingegneristica Breda” – raccontava qualche anno fa Crippa. E questa nuova società decretò la sua fortuna. Già negli anni 2000 Technoprobe si espande in Francia, a Singapore e negli Stati Uniti arrivando in vent’anni ad avere 11 sedi. Crippa ad oggi non è più coinvolto direttamente nell’azienda. Ha preferito lasciare tutto in mano ai  tre figli, Cristiano, Roberto e Monica, che fanno parte del consiglio di amministrazione. Mentre suo nipote Stefano Felici è amministratore delegato. Un altro bellissimo esempio di imrenditorialità è rappresentato da Sirio della Flora, fondatore e amministratore unico della Matallurgica Legnanese che, qualche mese fa, pagò le bollette per i suoi dipendenti.

 

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