Vincenzo, 25 anni, finisce ucciso in strada con un colpo in testa dal padre poliziotto

Tragedia in provincia di Agrigento. Una lite familiare come tante è finita in tragedia. 

Getty Images/Emanuele Cremaschi/Archivio

Le discussioni ci sono in ogni famiglia, anche nelle migliori. Spesso alla radice dei dissidi, ci sono questioni economiche: basti pensare alla tragedia di Bolzano, della famiglia Numair, in cui Benno ha ucciso i due genitori proprio dopo l’ennesima lite legata a questioni di denaro. Il primo febbraio  a Raffadali – in provincia di Agrigento – è accaduto un dramma simile. Dopo l’ennesima discussione molto accesa corredata da insulti e offese, il 57enne Gaetano Rampello, ha estratto la pistola e ha freddato il figlio, un giovane di 25 anni. Rampello è assistente capo della Polizia di Stato in servizio alla Questura di Catania: non ha esitato a scaricare un intero caricatore addosso al figlio Vincenzo Gabriele, che a lui si era rivolto così: “Bastardo e uomo di m… mi devi dare altri 15 euro“. Fatale è stato, con tutta probabilità, un colpo alla testa.

L’agente, assistito dal suo difensore, l’avvocato Daniela Posante, ha subito confessato tutto. Era stato lo stesso 57enne a contattare le Forze dell’Ordine, indicando il luogo in cui  si trovava e facendosi arrestare mentre era seduto su una panchina nel centro agrigentino. Interrogato ha raccontato dei continui dissidi familiari, soprattutto per motivi di natura economica.  Il poliziotto viveva a Catania mentre il figlio dopo la separazione dei genitori, era rimasto a vivere da solo a Raffadali. Ma il 25enne aveva dei problemi psichici e, per tre anni era stato ricoverato in una struttura. Avanzava continue pretese economiche nei confronti del genitore e se questo non esaudiva le sue richieste, il figlio arrivava anche a picchiare e minacciare il padre. “Gli davo 600 euro al mese ma non gli bastavano mai, mi picchiava e minacciava sempre per i soldi” – ha spiegato il 57enne agli inquirenti e ha proseguito specificando che la mattina dell’omicidio il ragazzo gli aveva telefonato per chiedergli 30 euro. Ma dopo averli ottenuti ha iniziato a insultare e minacciare il padre esigendone altri 15. Di fronte al rifiuto dell’uomo, il 25enne ha aggredito il genitore: “Mi ha aggredito e sfilato il portafogli prendendo altri 15 euro, di più non avevo in tasca. A quel punto ho avuto un corto circuito e gli ho sparato non so quanti colpi” – ha concluso Gaetano. Il ragazzo aveva accumulato numerose denunce da parte del padre per le numerose aggressioni del recente passato.

 

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