Casa occupata da una donna, il PM chiede otto mesi ,il giudice si lascia convincere e l’assolve

Assolta una donna che lo scorso febbraio aveva occupato abusivamente una casa a Foggia. I giudici non hanno ritenuto opportuno infliggerle alcuna condanna.

Getty Immages/Scott Barbour

La questione delle occupazioni abusive delle case sta diventando un grosso problema in Italia. Di recente, nel quartiere Don Bosco di Roma, due appartamenti sono stati sgomberati o meglio, i rom, li hanno lasciati di propria volontà. C’è chi ipotizza che dietro questo crescente fenomeno ci sia una vera e propria organizzazione perché sempre più spesso gli abusivi agiscono ad una velocità impressionante, insediandosi in case altrui e cambiando la serratura nel giro di poche ore. Lo scorso febbraio anche Foggia è stata teatro di un’occupazione da parte di una giovane donna che, con la sua bambina di due anni, era entrata abusivamente in una casa di Arca Capitanata, agenzia regionale che gestisce migliaia di immobili nel foggiano.

Il caso era finito in Tribunale il 26 novembre, il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a otto mesi di reclusione, ma i giudici, invece, l’hanno assolta. Il gip, Marialuisa Bencivenga, facendo proprio l’orientamento della Suprema Corte, ha dichiarato di aver assolto la donna per la “particolare tenuità del fatto, ai sensi del 131 bis del codice penale”. La giovane sarebbe entrata in quella casa – secondo i giudici e la Difesa – per dare un tetto a sé e alla piccola in una fredda giornata dello scorso inverno. Per l’avvocato Christian Padalino, difensore di fiducia della signora, è stato necessario richiamare una recente pronuncia della seconda sezione penale della Corte di Cassazione per invocare e ottenere l’assoluzione dell’assistita, alla luce del suo passato senza precedenti penali, del suo grave stato di bisogno e dell’assenza di danni arrecati all’immobile pubblico occupato.

Il timore è che questa sentenza di assoluzione crei un precedente in un momento in cui diversi anziani si vedono “sfrattati” da casa propria  e rientrarci poi non è affatto semplice. Il caso dell’ 86enne Ennio che ha dovuto aspettare quasi un mese per rientrare in casa sua a Roma, lo dimostra.  Una proposta di legge che chiede di modificare la normativa sui furti, introducendo una sorta di reato di “furto di casa”, è stata depositata alla Camera dal deputato leghista Luca Rodolfo Paolini. Nello specifico, la proposta di legge prevede di inserire nel codice penale l’articolo 624 ter, per cui “chiunque si impossessa, occupa, detiene senza titolo legittimo un bene immobile destinato a domicilio privato, mediante violenza sulle cose, artifizi o raggiri, o comunque impedisce il rientro nel medesimo del proprietario o di chi abbia un titolo legale per occuparlo, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni”.

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