Alex, dopo aver ucciso il padre con 34 coltellate, oggi sorride: “E’ tempo di preparare il Natale”

Alex Pompa, il ragazzo che uccise il padre con 34 coltellate, dopo l’assoluzione dei giudici, cerca di tornare alla normalità.

 

Era l’aprile 2020 quando a Collegno – Torino – un ragazzino poco più che adolescente uccise il padre con 34 coltellate. Il giovane si chiama Alex Pompa e, una decina di giorni fa, ha ottenuto la piena assoluzione da parte dei giudici secondo i quali il ragazzo avrebbe agito per difendere la propria vita, quella della madre e del fratello Loris. La vittima – Giuseppe Pompa – infatti, è risultato essere un uomo violento e Alex e i suoi familiari, da anni, vivevano costantemente nel terrore di essere uccisi da un momento all’altro. “E’ solo grazie a lui se siamo vivi” – diceva il fratello Loris ai cronisti. “Erano anni, anni che dovevamo subire tutte tutto. Forse adesso potremo ricominciare a vivere“- aggiungeva la madre, Maria Cotoia immediatamente dopo l’assoluzione del figlio. Il ventenne, invece, non gioiva, era ancora preda di una specie di stato confusionale, non riusciva neppure a sentirsi felice per la ritrovata libertà, il suo volto era  inespressivo. Alle domande dei giornalisti rispondeva a monosillabi.

Oggi, a distanza di poco più di una settimana,  lo sguardo di Alex è cambiato. Sorride, insieme a sua madre e suo fratello e cerca di recuperare un po’ di serenità e di normalità, quella che per troppo tempo gli è stata negata. Il fratello Loris – ai microfoni di Fanpage – ha asserito: “Stiamo cercando di iniziare a vivere  e fare tutte quelle cose normali che per noi normali non lo sono mai state per l’inferno che abbiamo vissuto. Abbiamo sempre e solo chiesto una vita normale. Teniamo tantissimo a ringraziare la corte e ringraziamo la gente che ci è stata vicino. È il momento delle lunghe passeggiate, dei giri in centro, di preparare il Natale in casa, di provare a guardare a un futuro nuovo, migliore. Il segreto è cercare di essere sempre positivi, su questo nostra madre ha fatto un grandissimo lavoro”.

 

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