“Eravamo fuori dalla pandemia. Il vaccino non protegge più e il Green Pass ha favorito i contagi”

Nelle intenzioni del Governo il Green Pass – e, ancor più, il Super Green Pass – dovrebbero servire a non far nuovamente esplodere i contagi di Covid. Ma secondo alcuni esperti il risultato provocato sarebbe l’opposto.

Getty Immages/Diego Cuevas

Il Governo Draghi ha introdotto l’obbligo del Green Pass anche sui luoghi di lavoro proprio per limitare il più possibile la posibilità di contagi. Eppure, proprio a partire dall’entrata in vigore di tale misura – il 15 ottobe – o poco dopo i casi di Covid hanno ripreso a salire come hanno ripreso a crescere i ricoveri sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive. A questo punto l’esecutivo ha deciso di stringere ancor più la morsa attorno a chi non si vaccina introducendo il Super Green Pass. Da lunedì 6 dicembre e fino al 15 gennaio – salvo successive proroghe – chi non è vaccinato o non risulta essere già guarito dal Covid non potrà più accedere a musei, cinema, teatri, palestre, piscine, bar e ristoranti. Non esattamente un lockdown ma quasi per i no vax. Non solo: anche per salire su treni regionali, tram, autobus e metropolitane sarà obbligatorio essere muniti di Green Pass ma, in tal caso, basterà anche solo l’esito di un test negativo.

Nelle intenzioni di Draghi e della sua squadra questo è ciò che ci consentirà di garantire un Natale sereno a chi si è vaccinato e, soprattutto, di limitare i danni della quarta ondata. Ma siamo sicuri che queste siano le misure più opportune per invertire la curva dei contagi? A ben vedere prima che il Green Pass diventasse obbligatorio i casi scendevano di gorno in giorno. Secondo il dottor Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica – intervistato nel corso dell’Aria Che Tira su La7 – il Pass, in un certo senso, ha favorito questo nuovo aumento di contagi. L’esperto ha spiegato: “A maggio tutta Europa era già fuori dalla pandemia, eravamo totalmente fuori. Poi è arrivato il Green Pass e i casi sono risaliti. In Italia i contagi hanno ripreso a salire dopo il 15 ottobre, dopo che il Green Pass è diventato obbligatorio sui luoghi di lavoro. La colpa non è certo del Green Pass ma di ciò che il Green Pass ha indotto: boom di tamponi. Sappiamo che i tamponi rapidi hanno un margine di errore molto alto. Hanno indotto ad una falsa sicurezza e le persone hanno abbassato le difese e ricominciato ad ammalarsi. Era meglio non fare niente, astenersi dai tamponi e non introdurre il Green Pass“.

In pratica, stando alle parole del medico, la troppa sicurezza indotta da test rapidi, spesso fallaci, ha fatto sì che molti italiani abbiano detto addio a distanziamento e mascherina e, così, i contagi hanno ripreso a crescere. Proprio per questo, infatti, l’Esecutivo ha introdotto il Super Green Pass che esclude chi non è vaccinato ma solo tamponato dalla maggior parte delle attività ricreative. Secondo Giorlandino, però, neppure questa è la soluzione in quanto – a suo dire – il vaccino non funziona. Già mesi fa l’esperto aveva espresso perplessità sostenendo che i vaccini attualmente in uso in Europa proteggono da una variante che ormai non circola più da mesi mentre non funzionano sulle varianti che ci sono ora. Il dottor Giorlandino ha ribadito che solo chi è guarito può ritenersi al sicuro solo chi ha contratto il Covid e ne è uscito non corre più – a suo dire – il rischio di infettarsi in forma grave e di finire in rianimazione o morire a causa del virus. Per questo, secondo l’esperto, non è nemmeno sensato vaccinare chi è guarito. Tutti gli altri – vaccinati e non – sono a rischio. “L’unico soggetto che non infetta in modo serio e non contagia sono i guariti. Io non critico il vaccino ma critico questo vaccino che è creato sulla proteina Spike che ormai non esiste più. Purtroppo il vaccino non protegge, non protegge più. Bisognava cambiare vaccino, non usare questo” – ha concluso il medico

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