L’Italia rischia la paralisi per il blocco dei camion. Ma quelli dall’estero possono passare senza Green Pass

I camionisti privi di Green Pass non sono poi così pochi e rischiano di mandare in tilt il Paese. Ecco allora che il Governo fa un passo indietro.

Getty Immages/Tlga Alkmen

Il Governo Draghi è dovuto scendere a compromessi sul Green Pass, obbligatorio per tutti i lavoratori a partire da venerdì 15 ottobre. Già perché i no vax – o i no Green Pass – non occupano solo le piazze ma sono anche lavoratori che, spesso, ricoprono ruoli essenziali per il funzionamento dell’intero Paese. La situazione continua a essere tesa, in vista dell’annunciato sciopero e blocco delle attività da parte dei portuali in alcuni scali, in particolare quelli di Trieste e Genova. Il presidente del porto di Trieste, Zeno D’Agostino, ha pronte le dimissioni se da domani le attività sulle banchine dovessero fermarsi. I lavoratori hanno chiesto il rinvio dell’obbligo per quindici giorni, in tal caso nessuno stop per le operazioni e disponibilità a sedersi intorno a un tavolo. I timori però non riguardano solo i porti ma pure il settore dell’autotrasporto. Nel settore degli autotrasporti i camionisti senza patentino verde non sono così pochi – circa un terzo – e lasciarli a casa in un Paese in cui la maggior parte delle merci viaggia su ruote, rischierebbe di lasciare  i supermercati senza alimenti. Ecco allora che l’Esecutivo è stato costretto a fare una piccola retromarcia: gli autotrasportatori provenienti dall’estero privi di Green Pass potranno comunque accedere ai porti italiani, fino ai piazzali per le attività di carico e scarico, a condizione che le operazioni vengano effettuate da altro personale. È quanto si legge in una comunicazione inviata dal Gabinetto del Ministero dei Trasporti  a poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo della certificazione verde per tutti i lavoratori .

Questa possibilità non vale invece per gli autisti che lavorano sull’Italia. “La decisione del Governo è penalizzante per i colleghi italiani, si poteva forse escludere semplicemente i piazzali dalla definizione come ‘luogo di lavoro’ per estendere la deroga a tutti gli autisti, anche perché l’Italia è l’unico Paese ad aver adottato l’obbligo di green pass per lavorare” – le parole di un’imprenditrice del settore Trasporti.  Anche Unatras – l’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane – ritiene inaccettabile che il Governo preveda un regime alternativo sulla normativa del green pass a unico vantaggio delle imprese estere.

 

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