I giocatori della Nazionale dovevano inginocchiarsi tutti contro il razzismo, dice Marchisio

Durante la partita del campionato europeo di calcio tra Italia e Galles, Claudio Marchisio ha riscontrato una scarsa adesione della nazionale ad una protesta.

Marchisio nazionale 21 giugno 2021 leggilo.org.
Getty Images/Tullio Puglia

I risultati sportivi della nazionale italiana non possono che lasciare soddisfatto un ex calciatore professionista come Claudio Marchisio: a scatenare la delusione del giocatore però sono stati ben altri comportamenti dei suoi ex colleghi. Il centrocampista ex Juventus infatti – stando alle sue ultime dichiarazioni – ritiene che i suoi colleghi non abbiano dato il giusto peso ad una protesta intrapresa dai giocatori del Galles, l’ultimo avversario che l’Italia ha trovato sulla sua strada per accedere gli ottavi di finale del torneo europeo proprio nel pomeriggio di ieri, vicenda 1-0. Già in occasione degli altri due match contro Turchia e Svizzera – spiega Marchisio – i giocatori della nazionale non si sarebbero inginocchiati nel pre partita per mostrare la loro adesione alla protesta Black Lives Matter contro la violenza della polizia contro la comunità afro americana negli Stati Uniti: “Siamo tutti contro il razzismo e la discriminazione ma la scelta sta alle singole federazioni“, aveva detto Leonardo Bonucci, difensore della nazionale, per giustificare questa scelta.

Contro il Galles secondo Marchisio soltanto cinque giocatori della nazionale avrebbero aderito alla protesta mentre gli altri sarebbero rimasti in piedi, una decisione che lascia l’ex calciatore amareggiato: “C’è libertà di scelta ma sarebbe stato meglio vederli tutti inginocchiati“, analizza l’ex Juventus nel post partita ai microfoni della Rai riferendosi ai calciatori che hanno deciso di partecipare alla simbolica protesta ovvero Belotti, Pessina, Bernardeschi, Emerson, Toloi e Chiesa. Prima di loro, solo l’arbitro Orsato che ha diretto alcune partite di altre nazionali si era unito alla protesta nel pre partita. Non è la prima volta che Claudio Marchisio – forse prossimamente candidato come sindaco di Torino con un partito di Sinistra – decide di schierarsi pubblicamente contro il razzismo. In occasione del suicido di Seid Visin, un giovane di origini africane che si spospettava si fosse tolto la vita per episodi di discriminazione, Marchisio si era espresso duramente sui social: “Dovremmo farci un po’ schifo. Non posso nemmeno immaginare cosa ha sopportato quel ragazzo”, le sue parole in quell’occasione.

 

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