“Il Ministro Speranza non è ancora vaccinato, scandaloso”. Lui corre a farlo, ma non dice quale

Il responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, attacca duramente il Ministro della Salute Roberto Speranza: “Il fatto che non sia vaccinato è scandaloso“. 

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Roberto Speranza/Facebook

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali sono saliti di 1325 unità e portano il totale a 4.249.755. Da ieri 37 morti che fanno salire le vittime a 127.190 e 4533 guariti che raggiungono quota 4.023.957. Totale persone vaccinate: 14.814.261.

I casi attualmente positivi scendono a 98.608, -3247 rispetto a ieri.  I ricoverati sono 2888, -176 mentre in terapia intensiva 444 assistiti, -27 da ieri.

Bassetti attacca Speranza: dovrebbe dimettersi

Un attacco diretto, frontale, senza mezzi termini. L’accusa che il virologo Matteo Bassetti lancia al Ministro della Salute Roberto Speranza, attraverso una dichiarazione rilasciata all’agenzia AdnKronos, è netta: “Il fatto che il ministro della Salute non sia vaccinato è scandaloso. Primo perché mi pare che come età rientri in quella fascia di popolazione che doveva vaccinarsi e secondo perché doveva dare l’esempio con AstraZeneca, che i suoi tecnici avevano tanto raccomandato“, ha affermato il responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova. “Un ministro della Salute che non si vaccina durante la più grande campagna vaccinale della storia è allucinante e forse dovrebbe dimettersi“.

Secondo il virologo, la mancanza del Ministro sarebbe particolarmente grave: “Siamo al 16 giugno e la campagna vaccinale è iniziata il 27 dicembre, cosa devono pensare le persone? Poi uno si chiede perché veniamo attaccati noi medici sui social“, insiste Bassetti. “La gente scarica su di noi la rabbia perché vede che un ministro quarantenne ancora non si è vaccinato. Mentre doveva essere il primo a metterci il braccio. Personaggi pubblici con un ruolo nella sanità, come un ministro, dovrebbero dare l’esempio in un momento così difficile“, dice ancora. “Avrà seguito i canali ufficiali, ma è un fatto di opportunità“.

Le parole di Bassetti erano arrivate nella giornata di ieri a commento di un’intervista rilasciata dallo stesso Speranza al quotidiano La Stampa, nella quale il responsabile della Salute aveva ammesso di non aver ancora ricevuto la somministrazione della prima dose del trattamento anti-Covid. Nell’intervista, Speranza precisava di essere in procinto di sottoporsi alla vaccinazione, che sarebbe avvenuta nello studio del suo medico di famiglia.

E proprio nella giornata di ieri – a poche ore dalle dichiarazioni di Bassetti – Speranza ha annunciato con un post apparso sul proprio profilo Facebook di aver ricevuto il vaccino, pur non specificando quale trattamento gli sia stato inoculato: “Grazie al mio medico di Famiglia che oggi, nel suo studio, mi ha somministrato la prima dose di vaccino“, ha scritto Speranza. Il rifermento alla prima dose, tuttavia, lascia immaginare che il Ministro non sia stato vaccinato con Johnson&Johnson, unico trattamento monodose attualmente in circolazione.

Al di là della polemica con il Ministro della Salute – incarico che lo stesso Bassetti nei giorni scorsi aveva ammesso di essere disposto a ricoprire, in caso di chiamata da parte del Premier Mario Draghi – il virologo ha poi detto la sua sull’ipotesi che gli under 60 che abbiano ricevuto come prima dose AstraZeneca possano completare la vaccinazione con un trattamento diverso: “Il mix di vaccini è stato autorizzato in altri Paesi, il Canada e la Germania: non si tratta di dire che si dovrà fare sempre così, ma se in Italia si dovesse avere un cambio di destinazione di un vaccino si può fare la seconda dose con un vaccino diverso“, ha spiegato. “Gli studi, seppur preliminari, mi pare dicano che si possa fare. In medicina è corretto cambiare se si modificano le evidenze scientifiche, quindi non ci trovo nulla di male in quello che ha fatto l’Aifa. I vaccini anti-Covid li conosciamo da otto mesi ed è giusto confrontarsi con nuove evidenze“, ha poi concluso Bassetti.

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