“Lo stupro? Da un gruppo come quello pensi che potrebbe succedere”, dice l’ex prof di Ciro Grillo

Un ex professore di Ciro Grillo dice la sua sul carattere del ragazzo e sul caso di presunto stupro di gruppo che vede coinvolto il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle. 

Si continua a parlare del caso di presunto stupro di gruppo che vede coinvolto Ciro Grillo insieme a tre amici, avvenuto nel luglio del 2019 e denunciato da una ragazza di 19 anni che – come il figlio del comico genovese e gli altri tre ragazzi – si trovava in vacanza in Costa Smeralda, in Sardegna. Domenica sera, infatti, nel corso della trasmissione Tv “Non è l’Arena“, in onda su La7, è stata trasmessa un’intervista ad un ex professore di Ciro Grillo che ha detto la sua sul ragazzo, proprio a partire dal cognome che porta: “L’impressione è che sentisse il peso non del comico ma della persona che si affaccia sulla politica. Tutti lo chiamavano Grillo, Grillo, cioè è un cognome pesante“, ha affermato l’insegnante.

Secondo il docente, Ciro avrebbe avuto una vera e propria trasformazione durante l’inizio della propria adolescenza: “Tra le medie e superiori è cambiato tantissimo, lui si era un po’ fissato sul fisico, aveva trovato questa MMA, poi lì diventa lavaggio del cervello. O hai questa violenza da tirar fuori, sennò… Magari ti fa sentire troppo superuomo” spiega il prof, ricordando la passione di Ciro per l’arte marziale MMA. Poi, la definizione più pesante: l’insegnante racconta Ciro Grillo come “un bulletto” e aggiunge che, quando ha sentito  le prime notizie sulla vicenda dell’accusa di stupro di gruppo, “ho pensato che potesse essere uno di quelli coinvolti in situazioni del genere. Soprattutto alle superiori magari vedi che trasgrediscono le regole“, ricorda ancora. “Secondo me non avevano intenzione di abusare, probabilmente hanno approfittato della situazione senza considerare le conseguenze vere“.

Poi il professore si avventura in un’analisi più ampia, che al di là del singolo ragazzo prende in considerazione diverse generazioni: “Questi ragazzi hanno tutti dentro qualcosa, sono generazioni deboli. Nel caso poi l’atteggiamento da bulletto mascherava qualcosa“, assicura l’insegnante, secondo il quale certi comportamenti potrebbero essere la somma di una serie di fattori: “Compagnie sbagliate, atteggiamenti sbagliati e con l’idea di essere non immune ma “protetto” uno può anche esagerare. Lo stupro? Da un gruppetto come quello non dico che te lo aspettavi, ma pensi che potrebbe succedere“, sentenzia il docente. “Il suo gruppetto di amici era quello che non vengono beccati, erano un pochino più furbi, più sgamati. Però non si pensa mai che possano arrivare a questo, però li vedi, un atteggiamento da ragazzini. O lo interrompi e maturi o se rimani infantile poi può degenerare“, ha concluso l’insegnante.

 

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