Alessandro, ogni giorno la famiglia l’ha salutato dietro la vetrata. Ma non è più tornato

Alessandro Nocentini è l’ultima vittima del Coronavirus. La sua storia è resa se possibile più tragica dal grandissimo affiatamento mostrato dalla famiglia verso l’uomo.

Alessandro Nocentini 19 aprile 2021 leggilo.org

Una storia di grande attaccamento alla famiglia che meriava senz’altro un epilogo più felice quella di Alessandro Nocentini, l’uomo di 54 anni ricoverato presso l’Ospedale San Donato di Arezzo dopo che le sue condizioni di salute erano peggiorate sensibilmente a causa del Coronavirus. L’uomo che lavorava presso una ditta di impianti telefonici ha lottato contro la malattia per 50 giorni prima che le sue condizioni precipitassero fino ad ucciderlo, come hanno raccontato i medici dell’ospedale che hanno seguito il caso amministrando le cure all’uomo fino all’ultimo. Sempre secondo il personale dell’ospedale, Alessandro Nocentini stava sottoponendosi ad un trattamento di dialisi per un problema renale quando tramite il tampone ha scoperto di essere positivo al virus, cosa che ha portato immediatamente al ricovero: non è da escludere che questa condizione di salute abbia debilitato l’uomo come è già successo ad altri pazienti malati di Coronavrius.

Per quasi due mesi, la famiglia di Alessandro Nocentini ha continuato a visitare l’uomo, non lasciandolo mai da solo nella sua battaglia contro il virus che infine gli ha tolto la vita. Non potendo naturalmente accedere al reparto Covid del San Donato, i parenti più prossimi dell’uomo si portavano dietro la vetrata che dava sul reparto per dargli conforto e speranza – raccontano i medici del reparto – una consuetudine che si è bruscamente interrotta quando gli infermieri hanno dovuto comunicare il decesso di Alessandro alla famiglia: Purtroppo il sogno di mia figlia di essere accompagnata all’altare da Alessandro non si avvererà. Voglio ringraziarlo per la vita che mi ha donato fino adesso. Grazie amore per tutto quello che hai fatto per noi e la nostra famiglia”, ha detto la moglie a cui sono andate le condoglianze dell’ospedale e dei cronisti di Arezzo che hanno seguito la vicenda. Alessandro aveva infatti promesso alla figlia di accompagnarla all’altare una volta guarito dal virus: per stare vicino alla giovane, l’uomo negli anni si era anche impegnato nel tiro con l’arco, arrivando a diventare presidente della federazione di cui faceva parte la ragazza.

 

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