Renzi detta le condizioni: fuori quattro ministri pesantissimi o salta tutto. E il premier vacilla

Matteo Renzi avrebbe posto una serie di condizioni pesantissime per dare il proprio assenso ad un Governo guidato ancora una volta dal Premier uscente Giuseppe Conte. 

Conte ter, Renzi detta le condizioni: fuori quattro ministri
Matteo Renzi/Alberto Pizzoli, Getty Images

Che la missione di Roberto Fico, Presidente della Camera incaricato dal Quirinale di condurre la trattativa tra le forze politiche che dovrebbero dare appoggio al nuovo Governo, non fosse una passeggiata era già chiaro. Le tensioni divampate, soprattutto nel Movimento 5 Stelle, dopo la conclusione delle consultazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella avevano lasciato ampiamente intuire le difficoltà del compito di Fico, reso ancor più complesso dalla necessità di conciliare le posizioni – su molti temi e molti nomi inconciliabili – di Matteo Renzi e del Movimento.

E se la discussione sui temi fa registrare criticità importanti, non va meglio sul fronte dei possibili nomi: il leader di Italia Viva, infatti, avrebbe posto una serie di pesantissime condizioni per dare il proprio assenso ad un nuovo Governo guidato da Giuseppe Conte, ritenuto invece indispensabile da grillini, buona parte del PD e LeU. Renzi, infatti, pretende che dall’Esecutivo saltino i nomi di Ministri importanti, su tutti quel Roberto Gualtieri che, a capo dell’Economia, aveva ieri ricevuto anche l’endorsement del Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Ma non solo, l’ex sindaco di Firenze, secondo le indiscrezioni, avrebbe preteso anche la rinuncia all’incarico da parte di Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia in entrambi i Governi Conte, di Nunzia Caralfo – responsabile del Lavoro e, di conseguenza, guardiano del reddito di cittadinanza – e di Roberto Speranza, Ministro della Salute.

A questo si aggiungerebbe l’imposizione di un nome da sempre indigesto per il Movimento: quello di Maria Elena Boschi, fedelissima dell’uomo di Rignano, che vorrebbe per lei la poltrona del Ministero delle Infrastrutture, separato per l’occasione da quello dei Trasporti. Renzi avrebbe richiesto, inoltre la sostituzione del commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri.

Una lunga lista di richieste, alcune delle quali destinate ad essere, senza dubbio, bollate come inaccettabili dagli alleati di Italia Viva. E che rischiano di suonare come una provocazione: un modo per dire, senza affermarlo esplicitamente, che il nuovo Governo, per Italia Viva, dovrà essere guidato da una personalità diversa da quel Giuseppe Conte che, negli ultimi mesi, ha ripetutamente incrociato le spade con Renzi.

Insomma, le trattative per il nuovo Esecutivo appaiono in salita, con il rischio – più concreto che mai – che il banco possa saltare. Se così dovesse essere, l’ipotesi più probabile, alla luce dei veti incrociati posti dalle diverse forze politiche, potrebbe essere quella di un Governo istituzionale che traghetti il Paese alle urne a giugno, prima che si apra il semestre bianco per la fine del mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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