Natale, il ministro Speranza è per la linea dura: “Bisogna chiudere, non aprire”

Mentre si lavora all’introduzione di nuove misure restrittive per contenere i contagi da Covid, il Ministro della Salute Roberto Speranza rivendica le sue posizioni di grande rigidità, sottolineando come anche Angela Merkel abbia optato, in Germania, per una strategia simile: “Bisogna chiudere, non aprire“.

In questi mesi di pandemia non ha mai cambiato idea, mai abbandonato quella linea del rigore che – dal suo punto di vista – rappresenta l’unica via d’uscita sicura da uno dei periodi più complicati per il nostro Paese. Come sconfiggere il Coronavirus? Solo “tenendo alta la guardia, non allentando mai l’attenzione e non cantando vittoria troppo presto“, assicura il Ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato da Il Corriere della Sera. E gli ultimi giorni sembrano, purtroppo, dargli ragione. Dopo un autunno passato a cercare di evitare un lockdown nazionale, ecco che la chiusura generalizzata potrebbe diventare inevitabile proprio ora che il peggio sembrava passato. Lui, dal canto suo, mantiene la posizione di sempre, quella della linea dura contro il Covid: “La mia posizione non cambia, è sempre stata cristallina. Allentare proprio adesso le misure di contenimento sarebbe un grave errore. Bisogna chiudere, non aprire“, dice a chiare lettere il responsabile della Salute.

Il primo fine settimana di negozi aperti quasi in tutta Italia ha lasciato uno strascico di polemiche per le immagini di assembramenti fuori dai negozi e nelle vie dello shopping. Un comportamento del quale Speranza non riesce a capacitarsi. Pur ritenendo pienamente legittimo che le persone vadano a fare acquisti, era convinto che il messaggio fondamentale sulla necessità di scongiurare gli assembramenti fosse passato. I fatti, invece, dimostrano che non è così. “Non andate tutti nello stesso posto. Quando vedete che ci sono luoghi con tante persone, evitateli, se non vogliamo poi essere costretti a restrizioni molto dure“, spiega.

In realtà le restrizioni molto dure sembrano ormai una certezza. Il Governo è al lavoro sui dettagli, ma la stretta in vista delle feste ci sarà e sarà molto rigida. Speranza, d’altra parte, ne sostiene la necessità da molto tempo. Fosse dipeso da lui, il lockdown totale per le festività natalizie – con lo scopo di far raffreddare la curva – sarebbe stato una certezza già da diversi giorni. Una scelta sicuramente non facile ma necessaria secondo il Ministro, che ritiene il Natale “il periodo più complicato, in cui il tasso di relazioni e spostamenti si alza di molto“. Non a caso è lui, spalleggiato dal Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e dal capodelegazione Pd Dario Franceschini a tenere più alto il pressing sul Premier Giuseppe Conte: l’intenzione dei tre rigoristi è di far cadere le ultime resistenze del Presidente del Consiglio e superare qualsiasi forma di cautela, aprendo al lockdown.

Ascolteremo con grande attenzione i nostri scienziati e l’auspicio è che nel giro di poco tempo si possano assumere ulteriori misure, in grado di scongiurare una ipotetica terza ondata“, spiega ancora Speranza. Che, pur ammettendo che la curva sta scendendo e che le misure fin qui adottate hanno portato risultati, è consapevole che con le feste in arrivo – e con l’Italia che presto sarà tutta in zona gialla – il rischio è che si ritorni a commettere l’errore fatto in estate: “Se ci fermiamo e molliamo, la curva del virus può tornare a salire“, ripete non a caso il Ministro, ancora convinto – al contrario di molti suoi colleghi di Governo – che l’Italia possa scongiurare la terza ondata di gennaio: per evitarla, sostiene, “dobbiamo accettare misure di contenimento ancora più rigorose“. Per questo la convinzione del titolare della Salute sia che Angela Merkel abbia preso la decisione più saggia, quella di chiudere tutto per assicurare un miglioramento dei dati sul contagio.

L’arrivo della terza ondata, prosegue nel suo ragionamento Speranza, dipenderà esclusivamente dal comportamento che tutti assumeremo e, ad oggi, l’Italia non può assumersi rischi: un po’ perché “i numeri sono ancora molto significativi” e basterebbe davvero poco per vanificare tutti gli sforzi fatti nelle ultime settimane e precipitare nuovamente in una situazione molto grave, un po’ perché a gennaio si dovrà cominciare la campagna vaccinale. Ma, ammette Speranza, “il vaccino non arriverà subito per tutti” e la via del rigore è l’unica carta che abbiamo per contenere i contagi.

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