Tassa sui conti correnti, i ristori per le chiusure a causa del Covid passano anche da qui

La tassa dei conti correnti è un provvedimento che erode buona parte dei risparmi che gli italiani tengono in banca. Tuttavia, non tutti sono tenuti a pagarla.

Conte Gualtieri GETTY 5 novembre 2020

Con una grave crisi economica alle porte, tra le prime preoccupazioni degli italiani c’è senz’altro la pressione fiscale. La tassa sui conti correnti in particolare, è una delle imposte che grava maggiormente sui lavoratori del nostro paese e che nello specifico mina la capacità di risparmiare di tante persone che magari preferirebbero tenere da parte più denaro per affrontare i giorni di pioggia. Mentre altre nazioni come Svizzera e Germania hanno rinunciato da un pezzo alla ritenuta fiscale sul denaro tenuto su un conto corrente – che in Italia è pari al 26% nella maggior parte dei casi e scende al 12,5% per titoli statali – nel nostro paese tale imposta continua ad esistere, nonostante alcune banche come Unicredit stiano cercando di creare un nuovo tipo di rapporto tra cliente e banca che prevede una forma di pagamento diversa e più agevole.

In ogni caso, anche la tassa sui conti correnti presenta numerose esenzioni – come altre imposte tra l’altro – che sono state recentemente ricordate a tutti i cittadini nell’interpello n.457 dell’8 ottobre 2020 che recita: “Il dipendente che effettua un trasferimento di denaro su un conto per il proprio datore di lavoro è esentato dalla tassa”, così come chi ha un ISEE dichiarato inferiore ai 7.500 euro e chi ha una somma di denaro complessiva inferiore ai 5.000 euro sul proprio conto, anche nel caso di conti multipli – a patto che la somma sia sempre inferiore a tale soglia.

Una tassa pressochè impossibile da evadere con una genesi molto lunga: risale infatti al 1972 mentre la sua ultima modifica ci riporta addirittura al Governo Monti del 2011. Con il decreto Salva Italia infatti, la tassa arriva a gravare sui conti correnti al momento dell’emissione dell’estratto conto o del rendiconto o, in assenza di quest’ultimo, al 31 dicembre dell’anno in corso. Il versamento viene effettuato dalla banca, rendendo di fatto impossibile l’evasione fiscale.

E’ importante ricordare ai cittadini meno abbienti le esenzioni previste da questa imposta, specialmente con la scadenza degli ammortizzatori fiscali impiegati dal Governo Conte per combattere la dura crisi economica dovuta alle chiusure per il Covid.

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