Non arrivano aiuti, taxi in sciopero “Non ci restano neanche i soldi per il carburante”

La categoria dei taxisti dalle ore 6 alle ore 22 di oggi ha proclamato uno sciopero generale per protestare contro il Dpcm del Premier Giuseppe Conte. Ma il malcontento non è stato generato solo da queste misure restrittive, in campo ci sono anche altre ragioni. 

Dpcm_taxisti_sciopero 06.11.2020 Leggilo.org
Getty Images/FILIPPO MONTEFORTE

Uno sciopero nazionale che ha messo d’accordo praticamente tutte le sigle sindacali  quello proclamato dalla categoria dei taxisti. E’ scattato alle ore 6 di questa mattina e si protrarrà fino alle ore 22, orario del coprifuoco nazionale, secondo il Dpcm di novembre. Ed è stato proprio l’ultimo Dpcm firmato dal Premier Giuseppe Conte la famosa “goccia” che ha indotto la categoria a protestare nelle piazze delle maggiori città italiane. A Roma, i conducenti delle auto bianche  hanno esposto uno striscione con scritto: “Oggi sciopero taxi. Ci scusiamo con l’utenza ma non abbiamo più nemmeno i soldi per il carburante”.  In una nota inviata congiuntamenta a Governo, Comuni e Regioni, i taxisti hanno spiegato che le ultime restrizioni imposte dal Governo rappresentano la punta dell’iceberg di problemi e penalizzazioni che hanno radici ben più profonde. A penalizzare la categoria – non consentendo loro di lavorare in maniera non solo adeguata ma neppure del tutto efficiente – sono la mancanza di aiuti e la mancanza di adeguate iniziative di contrasto all’abusivismo. Tutto questo poi, inevitabilmente, ha ripercussioni non solo sui taxisti ma anche sui consumatori finali, ovvero i clienti che si trovano, talvolta, ad avere un servizio più costoso e di minore qualità.

A Milano – da oggi ufficialmente “zona rossa” e, dunque, in lockdown – lo sciopero ha visto un’ adesione del 100%. Emilio Boccalini , presidente di Taxiblu 02.4040, il più importante Radiotaxi di Milano, ha dichiarato: “Ci siamo fermati ma in realtà siamo fermi da mesi, siamo ai minimi storici con le corse. Qui non rischiamo di perdere solo il lavoro, ma di veder scomparire un’intera categoria”. Boccalini ha spiegato che la categoria rischia di scomparire in quanto la pandemia di Covid – e il conseguente lockdown – hanno generato nuove problematiche che vanno a sommarsi a quelle vecchie mai risolte. Oltre alla concorrenza sleale degli abusivi e alla mancanza di aiuti da parte delle istituzioni, in città come Milano a far precipitare la situazione dei taxisti è l’attuale mancanza di turisti. Problema che da mesi sta affliggendo anche la maggior parte dei negozi e dei ristoranti del centro cittadino. L’annullamento di fiere – come il Salone del Mobile o la Fiera dell’Artigianato – che da sempre attirano visitatori dal resto d’Italia, sono stati un colpo durissimo per i taxisti. Tuttavia, per supplire ai mancati introiti, erano state proposte alternative vantaggiose – e soprattutto utili – per tutti. Alternative che, purtroppo, non sono mai state prese in considerazione: ”
Sono mesi che richiediamo di potenziare i voucher taxi destinati ai malati, agli anziani e alle categorie più in difficoltà. Ma non solo. Ci siamo offerti per portare gli studenti. Niente, nessun riscontro ci è mai arrivato in tal senso. Si è preferito ‘stiparè questi ragazzi nei mezzi pubblici fino ad arrivare alla situazione odierna di Milano, con la zona ‘rossà e tutto quello che comporta”.

La risposta del viceministro Laura Castelli

Ma le proteste non hano acceso solo le piazze di Milano e Roma, forse penalizzate più di altre città in quanto luoghi a vocazione fortemente turistica. Anche a Genova, nella centralissima Piazza De Ferrari si è fatta sentire la Cooperativa Radio Taxi Genova. Qui i rappresentanti della categoria lamentano una diminuzione del lavoro che sfiora addirittura il 90% durante il lockdown. E anche ora – a distanza di mesi dal primo blocco totale dell’Italia – le perdite non scendono comunque al di sotto del 30%. Anche a Genova i taxisti chiedono non solo ristori economici ma anche  forme di incentivazione all’uso dei taxi puntualizzando che, specialmente in una fase in cui la priorità è evitare assembramenti, i taxi svolgono un vero e proprio servizio di pubblica utilità.

Per “raffreddare” è intervenuta il viceministro all’Economia Laura Castelli – la medesima che, qualche mese addietro, aveva suggerito ai ristoratori di valutare l’ipotesi di cambiare mestiere – la quale ha assicurato che nei prossimi giorni verrà convocato un tavolo intergovernativo, a cui   parteciperanno anche Regioni ed Enti Locali, per definire i prossimi interventi a supporto del settore. Castelli ha specificato inoltre che, in risposta alla richiesta dei taxisti di velocizzare il Decreto sul “Buono Viaggio”, ieri il Governo ha sbloccato i 35 milioni di euro che erano previsti dal Decreto di agosto.

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