L’Italia corre verso il Lockdown: si avvicinano altre restrizioni per i commercianti

Il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità verrà pubblicato oggi, e non si attendono buone notizie: Rt al di sopra di 1,5 e il Paese che va verso lo scenario 4, il peggiore fra quelli previsti dall’ISS. Il Governo studia altre misure restrittive.

Il monitoraggio settimanale dell‘Istituto Superiore di Sanità verrà pubblicato oggi, e le notizie saranno tutt’altro che positive. Con un indice di trasmissibilità – il cosiddetto Rt – che ormai va a galoppo, l’Italia è sempre più vicina allo scenario 4, il peggiore fra quelli previsti dall’ISS. I dati sono attesi dopo quattro settimane di fila di raddoppio dei positivi. Numeri che avrebbero portato il Paese a superare, negli ultimi giorni, il livello di Rt a 1,5, che era stato registrato la scorsa settimana, ma riferito alla settimana precedente, quella del 12-18 ottobre.

In più, il nuovo record di nuovi positivi segnato ieri porta il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro della Salute Roberto Speranza ad agire secondo una doppia strategia. I numeri spaventano: 26.831 nuovi contagiati, 115 persone in più in terapia intensiva, con 983 nuove persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19. E il record di tamponi effettuati – 201.452, mai così tanti dall’inizio dell’emergenza sanitaria – non fa calmare gli animi. Così il Governo intanto favorisce l’attuazione di misure più restrittive da parte di sindaci e governatori. E non esclude di approvare un nuovo giro di vite in tutto il Paese, che potrebbe arrivare a un nuovo lockdown. L’unica certezza che si ha in questo momento è che se la tendenza nell’aumento di tutti i numeri negativi visti negli ultimi giorni non inizia a invertirsi da qui ai prossimi giorni, altre misure restrittive arriveranno.

Una decisione in ambito nazionale potrebbe arrivare entro la settimana, in occasione del passaggio parlamentare di Conte, il 4 novembre, ma non più tardi del 9. Lo stesso commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha ammesso che “se la curva non si raffredda, nessun sistema sanitario sarà in grado di reggere“. E così tutti quelli che puntavano il dito a Roberto Speranza e Dario Franceschini, accusandoli di essere troppo “rigoristi”, iniziano ad ammorbidire i toni, forse colpiti dalla non rosea situazione in altri Paesi europei quali Francia e Germania. Pure Matteo Renzi e Matteo Salvini sembrano capire che può essere necessario chiudere tutto di nuovo.

Tra le ipotesi sul tavolo di Conte e che l’Esecutivo potrebbe varare già dalla prossima settimana – a partire forse da sabato 7 – l’ulteriore limitazione alle attività commerciali, totale o su base oraria, una spinta ancora più netta per la scelta dello smart working, una stretta sugli spostamenti interregionali e, per la disperazione di tutti gli italiani, un possibile ritorno all’autocertificazione per gli spostamenti al di fuori della propria zona di domicilio.

Anche se Palazzo Chigi, per ora, ha scelto di non lavorare sulla chiusura delle scuole medie ed elementari, alcune regioni, come Puglia e Campania, si sono prese in autonomia la responsabilità di chiudere chiusura completamente gli istituti scolastici. Non si esclude che altre facciano altrettanto.

Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ma anche Domenico Arcuri hanno rivolto critiche al governatore della Puglia Michele Emiliano, così come anche il presidente della Campania Vincenzo De Luca era stato pesantemente criticato quando ha preso la decisione drastica settimane fa. Ma è evidente che i governatori devono fare i conti con territori che, dal punto di vista della propagazione dei contagi, sono diventati ingestibili. Anche per questo alcuni membri dello stesso Comitato Tecnico Scientifico iniziano a spingere per la didattica a distanza per tutti gli studenti. Nel Governo non diranno di no, ma importante è che siano le regioni a decidere.

Impostazioni privacy